FROZEN – Adam Green
La classica settimana bianca di tre amici su una splendida pista montana si trasforma presto in un incubo mortale. L’idea malsana di fare un’ultima discesa all’approssimarsi della chiusura degli impianti sciistici si rivela fatale per Dan Walker, Joe Lynch e Parker O’Neil. Il gruppo si prepara non solo a condividere una notte all’addiaccio, sospesi sulla seggiovia che avrebbe dovuto riportarli al loro campo base, ma anche a fare i conti con dubbi, risentimenti e ansie gravitanti intorno alla loro amicizia. Questo è Frozen di Adam Green
Rimanere bloccati a mezz’aria tra due tralicci della funivia che avrebbe dovuto riportarti a casa, al sicuro, non deve essere una gradevole esperienza. Forse questo film è anche un monito a non sottovalutare la forza della natura troppo spesso imbrigliata e imbavagliata dalla nostra (cosiddetta) “civiltà”.
Il regista Adam Green ha sapientemente impregnato una buona parte iniziale di FROZEN di tematiche quasi al limite della commedia, inerenti il rapporto personale tra i tre protagonisti (Dan Walker, la sua ragazza Parker O’Neil e il suo migliore amico Joe Lynch), per poi presentarci il conto amaro in tutta la seconda parte dove i ragazzi, rimasti bloccati sulla via del ritorno, dovranno affrontare il freddo, la fame e la minaccia incombente di lupacchiotti affamati.
Quale situazione migliore se non la forzata convivenza in quel gelido inferno per far emergere passate incompresioni o aspetti caratteriali molto spesso celati da una sorta di falso pudore? La buona sceneggiatura di Green, seppur con qualche difetto, porta piano piano lo spettatore dalla comoda poltrona del cinema a quella più spartana della seggiovia dove alloggiano i ragazzi. FROZEN rimane confinato entro i 93 minuti, più che sufficienti per raccontare il dramma vissuto dai tre amici, scansando così il rischio di stancare lo spettatore con inutili lungaggini, e lasciandolo immedesimare rapidamente nel vissuto dei protagonisti. Vivendo il medesimo agghiacciante dubbio: cosa avrei fatto se fossi stato in loro?
Un plauso va quindi fatto allo script che, a differenza di analoghe pellicole con un’unica ambientazione, non corre il rischio di spegnere l’attenzione del pubblico senza per questo ricorrere a espedienti banali o già visti. La credibilità scema un minimo durtante il corso della narrazione, quando uno dei protagonisti decide di percorrere tutto un tratto della funivia appeso al filo mediante l’uso delle sole braccia. Nell’economia della storia difetti narrativi come questo non tolgono assolutamente nulla alla storia, che fila liscia senza troppi rallentamenti. Nel complesso gli amanti del genere non rimarranno delusi, specialmente tenendo conto che si parla sempre di un lavoro indipendente (e lo si vede anche dagli effetti speciali di make up un po’ grossolani). Sicuramente vale la pena di staccare il biglietto per FROZEN … ci penserete su più di una volta prima di salire su una seggiovia.
VOTO: 7/10
Regia e sceneggiatura: Adam Green
Fotografia: Will Barratt
Montaggio: Ed Marx
Cast: Kevin Zegers, Shawn Ashmore, Emma Bell
USA, 2010