FORBIDDEN MANSION – Vincenzo Cervoni
Un documentario realizzato con una normale telecamera mette alla luce il mistero (mai risolto) di una villa infestata dai fantasmi dei suoi antichi proprietari, i White, che, a dispetto del loro cognome, non erano proprio delle candide persone: serial killer efferati che torturavano e ammazzavano le persone che osavano avventurarsi nella loro tetra villa. Devo dire che, per essere un lavoro low-budget, il ritmo di questo short-movie è veramente incalzante.
La trama non porta alla luce nulla di nuovo: prendete la location di Non aprite quella porta, lo stile narrativo di Rec, qualche elemento rubacchiato a The ring ed otterrete il plot di questo cortometraggio. Tuttavia sappiamo bene che nelle prime opere ogni cineasta porta in scena quelli che sono i suoi cult, i suoi punti di riferimento. Lascia basiti il montaggio,indubbiamente accattivante, logico e senza esitazioni dettate da inesperienza.
L’unica cosa che trovo di cattivo gusto è lo scimmiottamento degli americani a causa dell’utilizzo di nomi stranieri, che senso ha? I nomi italiani hanno un suono sgradevole? E anche se fosse? A mio avviso è solo questione di abitudine, d’altronde se uno dei protagonisti si chiama Jason e la sua parlata ha delle inflessioni tipicamente italiane si rischia di scadere nel ridicolo.
Un plauso doveroso va fatto per la scelta della location, veramente tetra e ben illuminata … o oscurata, se preferite.
VOTO: 6.5/10
Regia: Vincenzo Cervoni