FLOWER AND SNAKE II – Takashi Ishii
Una donna nuda in croce, il suo corpo violato mentre la pioggia battente cerca di lavar via il peccato. Corde strette capaci di stritolare sensi di colpa, inutili lacrime perse in ondate di doloroso piacere.
Tooyama è un uomo non più capace di soddisfare la moglie, Shizuko, e per questo fortemente depresso. Trova sfogo nel vedere Shizuko perdersi in torbidi giochi sadomasochistici che lentamente la portano verso una strana forma di dipendenza sessuale. Una morbosità legata al fotografo che la immortala in un continuo turbinio che culmina con uno spettacolo per facoltosi il cui volto è coperto da una maschera ma il cui essere sfrenati non conosce veli.
Bizzarro remake dell’omonimo film del 1974 diretto da Masaru Konuma, FLOWER AND SNAKE II perde quel minimo di verve poetica del capostipite per enfatizzare le immagini attraverso luci che esaltano corpi (nudi) nel buio. Questo non è detto che sia un male, visto che un film del genere non si vuole innalzare a novello L’IMPERO DEI SENSI ma spingere la carica erotica poco oltre il soft e far ruotare la cinepresa intorno ai soggetti, sudati e nudi, non ammantati di quel velo di tristezza tipico del melò (anche erotico).
Sicuramente avrebbe giovato una durata più contenuta, quasi due ore sono insopportabili, tranne che per qualche frangente dell’ultima mezz’ora (grottesco di troppo escluso). Inutile citare la regia e il montaggio, funzionali alla carica erotica. Sapete a cosa andate incontro.