FABIO GUAGLIONE – Intervista
Avevamo avuto modo di presentarvi il pentolone dentro cui ribollono una caterva di idee e progetti, adesso iniziamo a parlarvi (o meglio far parlare uno dei prolifici registi, Fabio Guaglione) dei progetti portati avanti da Fabio&Fabio che strizzano l’occhio al Giappone, ed al suo sottobosco di anime, manga e cultura che guardiamo sempre con fascino e attenzione.
Sembra proprio che AFTERVILLE abbia attirato lo sguardo del mondo (e di alcuni nomi importanti) tranne che in Italia stessa – dove difficilmente si riesce a tirar fuori la testa dal sottobosco -, puoi dirci qualcosa di più riguardo l’entità di quest’eco?
Il nostro AFTERVILLE ci ha aperto porte che fino a poco fa pensavamo lontane e irraggiungibili. Abbiamo cominciato a tessere una trama di contatti che pian piano si è espansa a macchia d’olio dagli States al Giappone.
Quindi qualche nome importante ha mostrato direttamente interesse.
Si, infatti stiamo lavorando su un progetto con una major americana (progetto che sarà annunciato e ufficializzato a breve) e siamo in trattative, sempre con una major, per lavorare ad un adattamento cinematografico di un famosissimo anime giapponese. Proprio perché, per quanto riguarda quest’ultimo, le cose sono abbastanza concrete, non possiamo proprio menzionarlo. Attualmente possiamo solo dire che lo studio sta negoziando i diritti con la casa di produzione giapponese e che c’è già un grosso produttore “attached”. Oltre a questa trattativa in fase avanzata, stiamo anche sondando strade per altre joint-venture riguardo altre properties che ameremmo trasformare in film live action.
Quindi oltre che verso l’occidente il vostro target si sta espandendo sempre più verso il Sol Levante. Data la fama di molti manga o anime nel nostro paese, sicuramente questa potrebbe anche essere la volta giusta per colpire in patria. Recentemente siete volati verso il Giappone: ci racconti l’approccio con un paese così culturalmente diverso dal nostro e quali sono stai i progetti su cui vi siete focalizzati?
Da un certo punto di vista il viaggio in Giappone è stato per noi un viaggio nel paese dei balocchi. Siamo cresciuti con i film americani e i cartoni animati giapponesi … e siamo stati onorati anche solo del parlare di eventuali opportunità riguardanti questo tipo di progetti. Nei mesi scorsi abbiamo approcciato la Toei (con idee e un potenziale manifesto) per capire quale fosse la situazione riguardo un possibile live action movie su SAINT SEIYA (da noi I Cavalieri dello Zodiaco). Abbiamo saputo che stanno lavorando ad un nuovo progetto top secret (non live action) riguardante Saint Seiya e che la lavorazione del film è bloccata proprio per poter prima rilanciare il franchise con questo progetto. La verità è che dopo il film di Dragon Ball (grosso flop commerciale e adattamento totalmente irrispettoso dell’opera originaria), le società d’animazione giapponesi ci pensano due volte prima di cedere i diritti di un’opera per una “bastardizzazione occidentale”.
Quali sono gli aspetti culturali, legati al mondo cinematografico, che ti hanno maggiormente colpito?
Direi che ce ne sono tanti. Abbiamo scoperto un mondo totalmente diverso dal punto di vista delle relazioni di lavoro. Per certi versi si tratta dell’opposto degli States, dove ci si siede ad un tavolo per parlare di business e i contratti regolano le relazioni. In Giappone anche per parlare di lavoro si passa il tempo a bere, mangiare e a costruire un rapporto tra le persone prima di chiudere un accordo. Questo, pur essendo molto affascinante, finisce spesso per creare delle “situazioni di diritti non chiare”, che possono portare a situazioni spinose (come successo per WATCHMEN).
Questo restare in bilico quanto ha influenzato le trattative per SAINT SEYA?
In questo momento i diritti di Saint Seiya (ora frammentato tra Toei, Shueisha e TMS Entertainment) non sono semplicissimi da riunire sotto un’unica società. Il raggruppamento di tutti i diritti è ciò a cui la Toei sta lavorando per poter un giorno arrivare a realizzare un film su Saint Seiya. Per far ciò, dovranno prima riallacciare i rapporti con Kurumada (il creatore della serie).
Quello che abbiamo appurato è l’interesse dei producer Toei che hanno amato Afterville, e questo, congiunto ai nostri documenti che hanno fatto trasparire l’amore e l’attenzione verso le loro opere, ci ha dato un discreto credito per quanto riguarda un colloquio su un potenziale film.
… una situazione profondamente diversa da quanto succede in Italia.
Vi è una sorta di effetto “Telefono senza filo“. In Italia, a livello di produttori o distributori, non ci caga nessuno (o quasi). In Usa sono rimasti colpiti da Afterville e siamo in contatto praticamente con producer di tutte le major per discutere di diversi progetti, uno dei quali a breve sarà ufficialmente annunciato. Insomma, abbiamo un minimo di rispetto e considerazione.
In Giappone, siamo “quelli che stanno per fare un film a hollywood”, che hanno fatto Afterville , che si interessano ai loro manga giapponesi. Tutto questo è a dir poco curioso … aspettiamo di vedere cosa succederà una volta fatto l’annuncio del nostro progetto Usa. Qualche italiano si riaffaccerà dicendo “ma sì, io lo sapevo, parliamo di questa progetto, ragazzi …” o anche in questo caso la cosa passerà totalmente inosservata?
Immagino che la vostra passione verso i manga/anime orientali vi ha spinto a bussare anche ad altre porte.
Abbiamo provato anche a chiedere informazioni su un’altra property che a noi piace molto, e che abbiamo idea di come trasporre sullo schermo cinematografico: JOJO NO KYMIONA BOKEN (in Italia Le Bizzare Avventure di Jojo). Anche in questo caso, purtroppo, la situazione sui diritti sembra non essere chiara. Non abbiamo approfondito al momento, ma ci siamo ripromessi di farlo in futuro. Queste complicanze, però, non stanno scoraggiando affatto le case di produzioni giapponesi dal realizzare film live action delle loro proprietà o dal cercare co-produzioni.
Sicuramente, uno dei momenti più belli e importanti di questa gita è stato l’incontro a cena con Kentaro Miura, l’autore di BERSERK.
Un altro cult i cui anime sono stati addirittura ridoppiati e trasmessi in notturna sulla televisione italiana. Come credi di poter trasporre su pellicola un manga a così alto potenziale orrorifico, violento, crudo e diretto come BERSERK?
Seguiamo da tempo il celebre manga e siamo convinti sia una delle migliori opere letterarie contemporanee. Il grosso problema sta proprio nel fatto che, per rispettarne l’essenza, si andrebbe incontro ad un costosissimo R -rated movie (il nostro v.m.18). Questo metterebbe i produttori/finanziatori di fronte ad un investimento dal ritorno tutt’altro che sicuro, a meno che il budget sia abbastanza contenuto. Insomma, avremmo voluto parlare di questo e di altre cose con lo stesso Miura … ma, proprio a causa del diverso mondo culturale giapponese, la cena è andata in tutt’altro modo.
In quale bizzarra tradizione giapponese siete incappati?
Siamo stati accolti in un pazzesco ristorante con vista città nel quartiere di Roppongi e trattati come dei veri ospiti importanti. Il Maestro Miura è arrivato con il suo editor. Considera che in Giappone gli editor dei manga sono importantissimi, decidono assieme al creatore/disegnatore la direzione che man mano deve prendere la storia.
All’inizio della cena c’è un reciproco scambio di omaggi: Miura ci consegna due action figure di Gatsu e del Cavaliere del Teschio, noi gli diamo in omaggio un volumetto dell’edizione italiana, con una dedica scritta da noi.
Sicuramente interessanti cimeli da riportare in Italia. La chiacchierata su quali binari si è mossa?
La chiacchierata è partita bene ma, per motivi culturali, non si è mai arrivati a parlare concretamente di un possibile film di Berserk. Più volte Miura parla di cosa gli piacerebbe inserire nel futuro di Berserk e pone diverse domande sul cinema americano attuale e sul nostro modo di fare cinema. Parla di quali personaggi siano fondamentali e di quali, secondo lui, in un film di Hollywood verrebbero segati … c’è anche un interessante confronto su Godor. Non possiamo fare a meno di chiedergli se sa come finirà Berserk e la risposta, cari fan, è che anche se non conosce ancora i dettagli del percorso, sa esattamente come finirà il manga.
Questo sembra rimarcare le difficoltà pratiche espresse anche per SAINT SEIYA. Sembra quasi non ci si voglia mai sbilanciare più di tanto, cosa vi aspettate dopo questo viaggio?
Quali saranno gli sviluppi futuri di questa cena, e se ci saranno … è molto presto per dirlo. Un film di Berserk è un’altra di quelle cose che, prima di arrivare ad una fase concreta, richiederà anni. Analogamente al caso Saint Seiya, come dici tu, i licenziatari vogliono usare accortamente questa property terminando il manga e vedendo se ci sono dei modi per potenziarne il successo ancor prima che con un live action movie. Magari con nuovi progetti animati che rendano ancora più grosso il franchise e quindi più appetitoso agli occhi di chi dovrebbe investire soldi per farci un film. Ovvio che se qualcuno come Steven Spielberg si interessasse al progetto, tutte le carte in tavola cambierebbero velocemente, ma questa si sa … è un’altra storia.
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