DREDD – Pete Travis
Una linea retta che congiunge le dimenticate Boston e Washington demarca un territorio urbano, meglio noto come Mega City One, dove ottocento milioni di abitanti vivono asserragliati in monoliti dalle fattezze di abitazioni. Desolato grigiore che si staglia su un cielo ancor più plumbeo, tenuto in vita dai nuovi fautori della giustizia: i Giudici, appunto, sorta di paramilitari iper addestrati con il potere di vita … e di morte.
Dredd (Karl Urban) è uno di questi, invischiato in quella coltre radioattiva di smog e caos, all’apparenza arido e glaciale, responsabile della fase di apprendistato di una recluta con poteri sensitivi, Cassandra Anderson (Olivia Thirlby). Loro missione è quella di risolvere un triplo omicidio avvenuto presso il gigantesco edificio conosciuto come Peach Trees, ma presto ne verranno inglobati e rinchiusi, sotto lo sguardo feroce della leader Ma-Ma (Lena Headey), ex prostituta con in mano la produzione e distribuzione della droga Slo-Mo.
Dimenticata la patinata (e inutile) pellicola del 1995 interpretata da Sylvester Stallone, Dredd – La legge sono io, il regista Pete Travis si accosta al mood dei fumetti di John Wagner e Carlos Ezquerra e “disegna” un Judge Dredd marmoreo, per nulla incline alla battuta, abbrutito dalla spietatezza del mondo esterno e incline alla violenza che ne consegue. Simbolo di questa macchina da guerra è il casco, mai tolto per l’intera durata della pellicola, quasi a voler coprire un volto che non vuole essere sfiorato dal poco sole esterno.
Strutturato come una lunga corsa tra i piani verso il livello finale dove dimora Ma-Ma, con un modello similare a quello di The Raid, Dredd rappresenta un efficace action-movie dalle atmosfere cupe e claustrofobiche, ricolmo di violenza, con una telecamera che non smette mai di inseguire il particolare gore (digitale) e con soluzioni di regia affascinanti come quella della slow-motion suggerita dall’uso (appunto) della droga Slo-Mo che dilata lo scorrere del tempo.
Le pecche ci sono, come una sceneggiatura non esente da soluzioni poco credibile ma scenografiche o una storia che per nulla tratteggia il passato e la storia di Dredd. Per il resto Dredd rappresenta un ottimo prodotto che troverà spazio specialmente per gli aficionado degli action anni ’80 meno tamarri e per chi ama le atmosfere angoscianti post-umanità (come la conosciamo).