DEMON HUNTER
Michael Sloane è un poliziotto attivo a Manhattan, uno di quelli duri ma al contempo puri, freddo per spezzare un braccio ad un malvivente senza pensarci due volte, umile e disponibile per gli amici e per schierarsi dalla parte dei più deboli. La sua vita subisce una sferzata quando la fusione di una pietra dalle antiche origini con la sua mano lo trasforma in un demone dai poteri soprannaturali, permettendogli di affrontare una nuova genesi di nemici immortali.
La prima metà degli anni novanta ha prodotto dei “mostri” crocevia tra la cotonatura e gli action post-apocalittici italiani (sic!) del decennio precedente e le pretese di sci-fi di serie A (che non è A) inzozzate dalle mazzate del Wrestling sponsorizzato da un antipaticissimo Hulk Hogan. Questo humus, mescolato al desiderio di copiare un enorme successo da edicola della seconda metà degli anni ottanta, Dylan Dog, costituisce la base per la nascita di alcune serie a fumetti palesemente nate per resistere pochi mesi/anni e scomparire nel giusto oblio. Una di queste è Demon Hunter. Ideata da Gino Udina, disegnata da talenti provenienti dalla Scuola del Fumetto di Milano, Demon Hunter presentò un demone ferocissimo alter ego di un integerrimo poliziotto per ben 37 numeri più un gigante.
Nel caso in cui non fosse ancora chiaro, siamo dalle parti del trash caciarone, quello “zozzo” e scontato, caratterizzato da dialoghi banalissimi, personaggi stereotipati, situazioni trite e ritrite e disegni non sempre all’altezza. Nonostante ciò, l’effetto nostalgia a posteriori non può che ricordare come il connubio di horror ed action, mescolato alla giusta dose di fantasy, un pizzico microscopico di sci-fi e doping da innesti erotici fuori luogo (e per questo intriganti), riuscisse a stimolare la lettura mese dopo mese. Almeno fino alla scontata fine dei giochi.
Questo è Demon Hunter, un prodotto dei tempi, sostenuto dalla Xenia Edizioni, oggettivamente poco invitante (da qui il voto), soggettivamente immancabile nella collezione di qualsiasi amante dell’epoca (si va oltre la sufficienza scolastica).
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