CHILD 44 – Daniel Espinosa
Child 44 è prima di tutto un romanzo di Tom Rob Smith, basato sui fatti avvenuti a Rostov negli anni ’80, con un innovativo punto di vista. Il romanzo è ambientato nel ’53 quindi molto tempo prima che il vero serial killer (Čikatilo) compisse il suo primo omicidio documentato (parliamo del 1978), questo evidentemente per prendere le distanze dai fatti e dalle persone coinvolte realmente in quella tragica vicenda che ancora turbano gli animi del popolo russo, ma anche per gettare una luce sul torbido clima vissuto in pieno regime comunista.
Le alte sfere dell’impero avevano la tendenza ad esaltare i propri fasti e magnificenza, ma questa è solo una facciata esibita per farsi belli rispetto al resto del pianeta … la realtà era ben diversa: miseria, povertà, tragedie come quella di Rostov erano all’ordine del giorno e tenute debitamente nascoste all’opinione pubblica proprio perché, come dicevano gli esponenti del governo russo, “Non ci sono crimini in Paradiso“. In realtà lo stato in cui versava la popolazione russa era tutt’altro che paradisiaco e ci sono documenti ufficiali che provano come in quegli anni un numero consistente di bambini rimasti orfani dei propri genitori, durante la guerra, sono stati dichiarati scomparsi e, alle volte, trovati morti trucidati nella campagna russa.
Al centro di questo scenario cupo è ambientata la vicenda di Leo Demidov (Tom Hardy), anch’egli orfano che trova riscatto nella sua vita svolgendo incarichi di prestigio all’interno dei servizi segreti russi insieme al fratello. La morte del figlio di quest’ultimo turba gli animi in famiglia e oltre al danno si aggiunge la beffa quando la polizia russa si rifiuta di approfondire quello che ha tutte le carte per essere un omicidio in piena regola e lo bolla come semplice incidente. Leo è costretto a chiudere a malincuore gli occhi rimanendo impotente rispetto ad una gravissima tragedia come questa, anche se cova dentro di sé il seme della vendetta. Si sente costretto a continuare le indagini per proprio conto e si rende conto che la mano che ha ucciso suo nipote è la stessa che sta uccidendo altri bambini russi.
Siamo di fronte ad un killer seriale e, ovviamente, l’Impero non può ammettere un errore di tale importanza, un elemento impazzito al proprio interno capace di coprire di infamia il buon nome della Russia. Quindi, in un primo momento, dissuade Leo dal proseguire le indagini e poi, vista la sua reticenza, con una scusa lo degrada e lo trasferisce da Mosca ad un paesino proprio vicino Rostov. Leo non si abbatte e anzi continua con maggior vigore le ricerche con l’aiuto della moglie Raisa (Noomi Rapace) e del Generale Mikhail Nesterov (Gary Oldman).
Daniel Espinosa si lancia nell’ardua impresa di ridurre a lungometraggio il romanzo di Smith che, con un linguaggio diverso ha avuto modo di approfondire meglio sia il periodo storico sia la figura controversa del mostro di Rostov, parto malato di ansie, privazioni e turbamenti subiti durante l’infanzia nel dopoguerra.
Proprio questa voglia di essere troppo fedeli al libro a lungo andare si rivela come punto di debolezza, quando invece Espinosa avrebbe dovuto siglare un’impronta più personale proprio per tracciare un confine netto tra l’opera cartacea e quella di celluloide. Altro particolare che può introdurre una nota stonata (se si guarda l’edizione in lingua originale) è che tutto il cast, in prevalenza di origini inglese o quantomeno europee, parla un inglese con inflessione russa o se vogliamo dell’est europa.
In definitiva Child 44 è un film che si lascia seguire nonostante la sua consistente metratura, che non stupisce per grossi guizzi registici ma che riesce a mantenere un livello elevato grazie alla presenza di un cast stellare in grado di sostenere più che dignitosamente il complesso impianto narrativo.
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