CHASER – Hong-Jin Na
Un altro capolavoro made in Korea che ormai da anni sforna ottimi prodotti e che sta lasciando un segno sempre più positivo nella storia del cinema del nuovo millennio. Chaser, un thriller privo si forzature e di edulcorazioni, inquadra la vita di Jung-ho, un protettore di prostitute ed ex poliziotto corrotto, un uomo che assiste alla scomparsa di alcune delle sue donne.
Convinto che qualcuno le abbia rapite per venderle alla concorrenza, inoltre in un momento di crisi finanziaria ancor più sentita, l’uomo cerca di recuperarle con le proprie forze … non aspettandosi però di avere a che fare con un serial killer.
Esordio del regista e sceneggiatore Na Hong-Jin, la trama di Chaser si basa sulla storia vera del killer Yoo Young-chul. Non siamo di fronte ad una tematica nuova, lo sguardo ai polizieschi americani è palese, opere basate sul tema della giustizia private se ne vedono diverse, ma lo sguardo e la messa in arte da parte del regista hanno un taglio unico, incisivo. Esasperazione. È il clima che si respira osservando il protagonista ormai indifferente alla società, concentrato solo sui propri interessi, costantemente disincantato. Violento, e senza scrupoli, affronta il killer senza mai fermarsi, ma non c’è pietà per nessuno, non ci può essere, fino alla fine. Chaser è un lavoro coinvolgente, in grado di tenere alta la tensione dello spettatore che si ritrova a correre dietro al protagonista per le vie di una Seul notturna.
Curioso come i registi coreani si soffermino a descrivere con così tanta caparbietà lo sdegno verso la propria società. Neanche Na Hong-Jin si risparmia in tal senso, rendendo anche imbarazzante la descrizione del corpo di polizia che, sonnecchiando, si lascia sfuggire il killer diverse volte. Un Killer per la verità nemmeno tanto furbo, ma che riesce a ingannare polizia, madre, e tutti coloro i quali hanno a che fare con lui. Ed è proprio la dicotomia tra violento e ridicolo, tra drammatico e assurdo che caratterizza Chaser. Esilarante esempio: il killer impotente che usa lo scalpello al posto dell’uccello per penetrare il cervello delle sventurate, sbagliando mira e colpendosi il dito. Una delle scene più violente diventa così una scenetta umoristica da due soldi. Ma nonostante le paradossali scene tragicomiche, il film regge alta la tensione, mantenendo alto il tasso di adrenalina.
Chaser è un lavoro cupo, tecnicamente ben realizzato, con atmosfere sature di buio e gelo glaciale. Primo passo per un regista come Na Hong-Jin che glorificherà la propria arte con The yellow sea (dove oltretutto figura parte dello stesso cast), un giusto seguito alla discesa luciferina nel mare della desolazione.