The Neon Demon è il racconto allegorico di Nicolas Widing Refn, la narrazione della sua personalissima discesa nell’inferno del narcisismo. Il regista danese, fin dai tempi della trilogia di Pusher, ci ha abituati alle sue allegorie e alla poeticità tinta di rosso, elementi che ne hanno marcato i tratti indistinguibili del suo modo di fare cinema, rendendolo portabandiera del dualismo sangue – poesia.
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La storia della criminalità organizzata è stata troppo spesso segnata dalla presenza di organizzazioni frutto di patti più o meno evidenti, con coloro i quali avrebbero il compito di combatterla. La fitta rete che ne deriva garantisce per un po’ di tempo la convivenza di ambo le parti ma, andando avanti, finisce inevitabilmente per avvitarsi su se stessa. In Black Mass troviamo tre amici d’infanzia, tutti e tre legati da un’unica bandiera: quella dell’Irlanda del nord.
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Una giovane donna innamorata si trova improvvisamente in pericolo, chiusa tra le spirali di un cupo destino in una vallata situata all’ingresso di Los Angeles. Un attore riesce ad ottenere un importante ruolo in una grande produzione e si dedica alla caratterizzazione del gentiluomo del sud che dovrà interpretare. Entrambi sono ignari del futuro intrecciarsi delle loro vite.
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Sicuramente non sarò il primo a definirlo in questo modo ma Kingsman, quinto film del regista londinese Matthew Vaughn (Kick-Ass, X-Men – L’Inizio), è davvero la cosa più vicina all’agognato mash-up “James Bond + Quentin Tarantino”. Il sogno di tutti noi, del resto: una spy-story dal fascino brit dove ogni tanto fa incursione l’eccesso sanguinario e scenografico della violenza pulp.
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Posted febbraio 25th, 2015. Add a comment
Sono gli anni 70 post-Vietnam e Los Angeles è un ricettacolo di droghe, corruzione e tensioni politiche. Larry “Doc” Sportello (Joaquin Phoenix) è un investigatore privato, tossico fino al midollo e perfetto residuo hippy.
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Posted febbraio 20th, 2015. Add a comment
Nonostante alla sua uscita sia stato accolto alquanto freddamente, sopratutto dalla critica nostrana, che non ha lesinato di elogiare il sopravvalutatissimo Planet Terror, l’ultimo lavoro di Quentin Tarantino rappresenta nell’ambito del progetto Grindhouse, il migliore dei due. Ovviamente quando escono due prodotti parte di un unico esperimento cinematografico (in questo caso si può comunque parlare di un tentativo di omaggiare il drive-in movie degli anni ’60/’70) nascono sempre due fazioni opposte di pensiero.
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Posted novembre 21st, 2014. Add a comment