BOXING HELENA – Jennifer Lynch
Nick è un importante chirurgo che fa fatica a divincolarsi dal pesante carico di traumi e ossessioni infantili che si porta dietro. Ha una brillante carriera e una donna bellissima al suo fianco, ma non fa che pensare ad Helèna, bellissima femme fatale che strenuamente lo rifiuta. Un incidente in cui cade vittima la donna, crea l’occasione per il chirurgo, pronto a sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
Nick porta la donna incosciente a casa sua, con la scusa di curarla di sorvegliarla durante la convalescenza, ma quando Helena si risveglia si ritrova privata degli arti inferiori. Nick l’ha finalmente tutta per sé e, tra scatti di violenza e gesti più amorevoli, i due finiscono con l’avvicinarsi sempre più l’uno all’altro, anche se Nick continua ad avere la morbosa paura di un rifiuto … arrivando a compiere un estremo gesto: l’amputazione delle braccia della donna.
Siamo nel 1993, Twin Peaks spopola nelle tv italiane e il volto di Sherilyn Fenn (Helena) è noto, a Venezia viene presentato Boxing Helena con un corteo di chiacchiere e dicerie più o meno veritiere: il rifiuto della parte di Madonna, l’abbandono del ruolo anche di Kim Basinger dopo aver accettato oralmente il contratto (con pagamento di una multa salata). La presentazione veneziana, infine, fu accompagnata da un codazzo di voci, enorme fu la delusione dopo la visione.
La trama originale promette sulla carta quello che in realtà non riesce a veicolare con le immagini, a causa di una sceneggiatura carente e di una messa in opera lenta quanto scadente. Jennifer Lynch ne scrive il copione a 19 anni, al momento della presentazione ne ha 24 ma non ha ancora abbastanza coraggio di osare. Nel momento in cui lo spettatore deve sentire l’adrenalina aumentare, Jennifer ritira la mano e scade nel noioso o nel ridicolo, anche negli istanti finali, dove l’adrenalina dovrebbe trovar adeguato sfogo. Durezza, violenza e sessualità si inalberano senza riuscire a stupire, privi del coraggio necessario, assenti dell’impatto visivo che avrebbe giovato a scatenare il tanto atteso e mai ricevuto pugno nello stomaco.
Lento, discontinuo, a tratti puerile. Un’occasione mancata.