BIANCO – Roberto Di Vito
Un giovane viene privato della sua libertà da due malviventi che lo rapiscono scambiandolo per l’erede di una ricca famiglia. Segregato e legato ad un letto in uno spazio scarno al di là di tutti i vizi e confort quotidiani egli avrà tutto il tempo per riflettere sul proprio passato, sugli sbagli e i rimpianti che compongono molto spesso la vita di ognuno di noi.
Venerdì 10 giugno tra le varie pellicole indipendenti presentate al Fantafestival c’è Bianco di Roberto Di Vito. Bianco non è propriamente un film horror ma sicuramente è un film sull’orrore che si annida nel quotidiano, nella routine, nella mediocrità che serpeggia nella vita di ognuno di noi. Il protagonista è bianco, appunto, come la tela sulla quale il pittore vuole dipingere il suo quadro, come il foglio sul quale lo scrittore vuole tracciare la sua storia, cosa che però il protagonista non fa. Egli passa la sua iniqua esistenza a fuggire le proprie responsabilità a scappare dalle proprie paure, ottenendo solo l’effetto di reincontrarle ingigantite e indispettite dal suo comportamento.
La prigionia gli consente finalmente di fare luce su queste sue inadempienze e, come il paziente sul lettino dello psichiatra, anche il nostro non-eroe disteso sul lettino dei suoi aguzzini, legato e imbavagliato si trova costretto a ripensare al male che ha fatto, principalmente a se stesso, ai luoghi che avrebbe sempre voluto visitare ma che non ha mai avuto il coraggio di visitare, agli amori che si è lasciato sfuggire grazie al suo lassismo. Siamo di fronte ad un prodotto di chiara fattura indipendente, dichiaratamente introspettivo, anche grazie alla voce narrante dell’attore protagonista (Igor Mattei) che riesce a calare lo spettatore nella sua dimensione d’oblio e di apatia verso il mondo.
I fatti narrati in questi 81 minuti di pellicola potevano essere narrati in un lasso di tempo più breve, senza in questo modo snaturarne né le atmosfere né tantomeno la logica della storia; sembra quasi che Di Vito abbia voluto a tutti i costi fare un lungometraggio, ma per farlo non si possono soltanto riempire i minuti che passano tra l’inizio e la fine di un film, ci vogliono dei validi sostegni per reggere la struttura narrativa di una storia.
La tematica affrontata risulta comunque interessante, per certi aspetti originale, e rispecchiante molto la società del nostro tempo popolato di alieni, non-extraterrestri, che non si accorgono che esiste una bella fetta di tempo tra la nascita e la morte che non andrebbe sprecato attendendo cose tipo l’ispirazione o il momento giusto per passare all’azione, altrimenti si corre il rischio di trascorrere la vita attendendo quel qualcosa che non arriverà mai.
Altra nota a mio avviso dequalificante sono gli effetti sonori aggiunti in post-produzione che risultano ridondanti in più situazioni, la musica dovrebbe sottolineare un’ atmosfera non coprire i colori. Ovviamente siamo di fronte all’opera prima di Roberto Di Vito quindi attendiamo i suoi prossimi lavori per apprezzarne crescita e maturazione.
Regia: Roberto Di Vito
Cast: Igor Mattei, Giovanni Piccirillo, Massimiliano Fedeli, Claudia Borioni, Rita Carlini, Monika Malinowska
Italia, 2011