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BEGOTTEN – E. Elias Merhige

Written by Giulio De Gaetano

locandina Begotten

In una cascina nascosta in un bosco una strana figura inizia a dilaniarsi lo stomaco con un rasoio, finendo per morire dissanguato. Subito dopo una donna ne rimane incinta, mettendo alla luce un figlio malato e deforme.

Prima de L’ombra del vampiro e Suspect Zero, il regista statunitense Edmund Elias Merhige ha voluto mettere alla luce un figlio fuori dal comune, malato ed  incomprensibile. Questo figlio è oggi osannato da gran parte della critica e odiato da gran parte degli spettatori, questo figlio è Begotten.

Il film è un incubo che si sviluppa con immagini forti, cruente ed oniriche, catturate in un bianco e nero sporco e contrastato. La trama è criptica e si dipana lentamente ma, senza dubbio, originale. L’aspetto tecnico della pellicola è quasi tralasciabile perché, pur avendo un’ottima regia, ciò che conta in questo film/non film è l’espressione artistica delle immagini ed il susseguirsi delle azioni dei protagonisti.

immagine tratta da begotten

Per lo spettatore medio, abituato al cinema patinato e pre-confezionato di Hollywood, è quasi una impresa biblica subirsi un’ora e venti di film muto senza trama, ma chi sa apprezzare un cinema di un certo tipo, può trovare in Begotten una sorta di viaggio, un’opera onirica e complessa, desiderosa di esprimere il suo potenziale artistico d’avanguardia. Il silenzio del film cattura lo spettatore in una specie di trans, un viaggio soggettivo nella mente del regista, dove solo lo spettatore può interpretare la storia e darle il proprio, singolare, significato. Comunemente il film viene interpretato come una denuncia ambientalista verso gli orrori che l’uomo commette da sempre verso la natura, ma il regista non ha mai espresso la sua opinione in merito.

Immagine 2 tratta da begotten

Possiamo definire Begotten uno dei massimi esponenti del genere weird, caratterizzato da un alone di mistero ed ermeticità singolare, che lascia intraprendere una peregrinazione introspettiva nella fantasia espressionista dell’universo che rappresenta.

VOTO: 8/10

USA, 1991
Regia: E. Elias Merhige
Sceneggiatura: E. Elias Merhige
Cast: Brian Salzberg, Donna Dempsey, Stephen Charles Barry

Posted in Sperimentale by Giulio De Gaetano on novembre 1st, 2011 at %H:%M.

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