APOCALISSE Z: L’IRA DEI GIUSTI – Manel Loureiro
Un’imbarcazione che veleggia in mare aperto, trasportata dalle onde, bruciata dal sole. Un lento fluire verso una terra sconosciuta. Improvvisamente una tempesta e l’Atlantico diviene meretrice di morte, unica salvezza: un’enorme petroliera.
La nave diviene boa a cui aggrapparsi e i tre sopravvissuti vengono portati a Gulfport, Mississipi, dove li attende una cittadina guidata dal reverendo Greene, un fanatico religioso dallo sguardo profondo e furbo, un uomo circondato da una sorta di guardia imperiale che accoglie con sospetto il gruppo. Una pace apparente dentro le mura … mentre fuori migliaia e migliaia di zombie sbattono i propri corpi marcescenti contro il cemento.
Terzo e ultimo libro della saga di Manel Loureiro, Apocalisse Z: L’ira dei Giusti chiude la fuga dell’avvocato trentenne e del suo ristretto gruppo attraverso diversi continenti. Una corsa per la vita, un annaspare estenuante per tentare di evitare la furia dei morti viventi. A supporto di quanto già espanso nel secondo volume, Apocalisse Z: I giorni oscuri, la minaccia per l’uomo è, anche in queste situazioni al limite, l’uomo stesso. Homo homini lupus che in questo capitolo diviene ancor più trainante, tanto da ascrivere gli zombie in secondo piano. Questo aspetto, naturalmente, inficia il giudizio finale del lettore dedito al lato orrorifico della vicenda ma occorre sottolineare come la componente action sia spinta ancora più dei precedenti capitoli. Loureiro, infatti, raggruppa molte situazioni attraverso quattro nuclei che, inevitabilmente si incontreranno/scontreranno nel finale: il tentativo di fuga dei protagonisti, la milizia armata cittadina e gli schiavi infetti dentro le mura (gli Iloti), la missione del gruppo nord-coreano, gli zombie fuori le mura.
Apocalisse Z: L’ira dei Giusti, al di là di quanto descritto sopra, riassume i medesimi pro e contro dei precedenti. Per cui, come pro, attendetevi uno stile semplice e fluido, una buona caratterizzazione dei personaggi, una vicenda evergreen presentata con qualche colpo di scena e, specialmente, un continuo ed esaltante fuggire tra suggestive location. I contro, invece, risiedono in diverse banalità utili per incastrare gli eventi, un mancato approfondimento di alcune tematiche (in questo capitolo l’aspetto religioso), un finale affrettato ed eccessivamente “aperto”, una certa ripetitività e l’inserimento di caratteri non propriamente riusciti (Lucia in primis) o dimenticati per strada (suor Cecilia).