ANNABELLE – John R. Leonetti
Sono anni ormai che si tende a produrre film appartenenti allo stesso franchise in catena di montaggio, costruendo sequel, prequel, reboot o spin-off, come se ogni film fosse un nuovo episodio di un “grosso” serial cinematografico. Tutto questo per creare (speranzosamente) una sorta di fidelizzazione da parte dello spettatore che si getta nel seguire la storia principale e ogni sua possibile evoluzione.
E’ proprio il caso di questo Annabelle, diretto John R. Leonetti, spin-off de L’Evocazione (The conjuring). Mia (Annabelle Wallis) e John (Ward Horton) sono due giovani sposi che stanno coronando il sogno d’amore andando a vivere insieme in una splendida casa; la donna è prossima al parto e, proprio quando la vita sembra procedere tranquilla, subiscono un’intrusione da parte di una coppia di spostati, adepti di una setta satanica. I due si salvano e per fortuna Mia da alla luce una splendida bambina.
I due adepti muoiono scontrandosi con le forze dell’ordine ma il maleficio non scompare con loro, ma trova sede fisica in una bambola che John avrebbe voluto regalare alla sua piccolina. La bambola è proprio quella Annabelle che ha un piccolo ruolo nel film The conjuring di cui Leonetti è stato direttore della fotografia.
Annabelle ha dei momenti di ampio respiro e giova di frangenti degni di nota, come le apparizioni dello spirito della ragazza che possiede la bambola in vesti e in età diverse. Interessante anche la sensazione per cui la bambola appare non solo come artefice del male ma anche capace di impregnare col maligno lo spazio da essa occupato.
Annabelle spaventa e diverte sicuramente un’utenza che non mastica tutti i giorni il genere horror, ma per l’appassionato o per il cultore non c’è proprio nulla per cui gioire, facendo scadere il film nella categoria “promesse non mantenuta”, proprio perché si era partiti con buone premesse.