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BLOODLINE – Edo Tavaglini

Written by Luca Ruocco
RANK: 4/10

Lungometraggio indipendente prodotto da OpenCinema e Apocalypsis, Bloodline è l’ulteriore riprova del fatto che il “nostro” cinema di Genere [Horror, in questo caso], non si è estinto ma, nonostante sia pervicacemente combattuto negli ambienti mainstream, continua a rimanere uno dei più nutrienti foraggi per giovani registi indipendenti, nel bene e nel male.

In realtà non basta affiancarsi ad un genere, proclamarsi come “facente parte di”, magari raccogliendo consensi e partecipazioni di “nomi noti”, per affondare nel segno.

Una delle frasi più volte ripetuta sulle nostre pagine, si rivela pragmaticamente veritiera anche nel caso del lungometraggio di Edo Tagliavini: per firmare un buon film [o “confezionare un buon prodotto”, come affermato dai due giovani produttori durante il discorso di presentazione per l’anteprima romana del film], e maggiormente se ci si muove nel fertile territorio dell’indipendente, bisogna avere il buonsenso di presentare un’idea magari non brillante, ma almeno lucida, prima ancora di iniziare a rapportarsi al lato tecnico del girare un film; prima di cercare di affidare la realizzazione degli effetti speciali al gran maestro di turno, serve un’idea organica, quanto più possibile solida.

Se questa viene a mancare, il film (ancor più se indipendente) non può dirsi riuscito, anche se raccoglie al suo interno Antonio Tentori [alla sceneggiatura assieme a Mario Calamita, Emiliano Coltorti, Fernando Lizzani, Edo Tagliavini, Taiyo Yamanouchi], Sergio Stivaletti [agli effetti speciali] e Claudio Simonetti [alle musiche], autorità del nostro cinema horror mainstream che continuano a mantenere una salda linea di collaborazioni con il mondo underground dei giovani registi emergenti. Nel 2010 un altro film indie che li ha visti tutti in prima linea è Come una crisalide di Luigi Pastore.

Ma andiamo ad analizzare i motivi che a nostro personale giudizio minano pericolosamente la base su cui poggia Bloodline, facendone perdere l’efficacia: la trama, innanzitutto. Sara [Francesca Faiella] e Marco [Marco Benevento], una giovane giornalista freelance e il suo collega operatore, vengono inviati sul set dell’ultimo film del re del porno sperimentale, Klaus Kinki [un nome un programma? No, purtroppo no] per realizzare un backstage da mandare in onda sul canale televisivo per cui lavorano.

Il fato beffardo vuole che il film sia ambientato nel posto dove, da bambina, Sara era stata costretta ad assistere all’uccisione della povera sorellina, ad opera di quello che si sarebbe scoperto essere un pericolosissimo killer seriale: il Chirurgo. Tale nomea deriva oltre che dalle qualifiche professionali, anche dalla smodata passione per il vivisezionamento di pazienti, a cui gli organi interni vengono asportati, congelati e imbustati in sacchetti alimentari, in modo da tenerli al fresco per ogni evenienza. Nonostante la ritrosia iniziale, Sara decide di recarsi sul posto che le riporta in mente mai sopiti orrori e, in men che non si dica, il fantasma della povera bambina morta ritorna dall’aldilà e inizia a manifestarsi.

Cosa voglia fare [o dire] non è chiaro per un bel pezzo, e questo potrebbe giocare a favore dello script, ma la soluzione trovata dagli sceneggiatori per dare fisicità ai messaggi di morte che l’infante ectoplasmatica invia alla sorella è troppo ridondante, rumorosa, tanto da riuscire a creare un disordine fastidioso all’interno dello svolgersi degli eventi, un accumulo che non è ricchezza ma occlusione. Sarebbe un peccato nei confronti degli autori (e di chi andrà a vedere Bloodline) soffermarsi ancora su questo argomento, tuttavia si tratta di uno dei punti cruciali su cui il film incespica e che, in realtà, sarebbe dovuto essere uno dei punti di forza, dato il puntare di sceneggiatori e regista sulla fusione tra ghost story e zombie movie.

Ma le scelte sbagliate non si concludono qui, in Bloodline ci sono almeno altri due nodi mal sfruttati, innanzitutto l’ambientazione sul set porno che non aggiunge nulla di nuovo o stimolante, nessun accrescimento della trama, e quando un qualcosa di così tanto caratterizzato [come possono essere personaggi e situazioni da film hard] riescono a venir trattati in modo così insipido, c’è qualcosa che non va. Ultimo, ma non meno importante, il backstage: Sara e Marco sono lì per girare un dietro le quinte e avrebbero potuto continuare il proprio lavoro documentando gli avvenimenti paranormali che si susseguono nel villone, non solo per cavalcare il sub-filone dei reality movie, tanto di moda, ma anche per riuscire ad ibridare più generi, in maniera organica e convincente. Anche il fattore backstage, invece, sbiadisce [e poi scompare].

Stupisce anche il cattivo sfruttamento degli effetti speciali di Sergio Stivaletti, ben realizzati ma fin troppo palesati, resi finti, di certo non per la sbagliata combinazione di questi ultimi con la scelta di inquadrature e l’illuminazione, che arrivano a svelare le congiunzioni tra protesi e corpi attoriali.

In definitiva Bloodline convince poco, non osa [se questo era il piano dei suoi creatori], perché non si azzarda aspiattellando carne sul fuoco, ma scegliendo il taglio giusto e succulento, e che vengano messi in mezzo miti classici come il labirinto di Cnosso e il minotauro è tutto grasso che cola [utile ma non essenziale].

Altri dettagli: Bloodline è il primo film digitale girato interamente con tecnologia Canon 7D, e con l’anno nuovo sarà rilavorato con un processo di “dimensionalizzazione” [tecnica usata anche per l’Alice in Wonderland di Tim Burton], per diventare il primo film italiano in 3d. Rimane una domanda in sospeso: perché?

RANK: 4/10
Regista/Director: Edo Tagliavini
Cast: Francesca Faiella, Marco Benevento
Italia 2010

Posted in Cinema and Film and Horror and Indie and Medio/Lungometraggio by Luca Ruocco on novembre 2nd, 2011 at %H:%M.

9 comments

9 Replies

  1. Edo Tagliavini mar 13th 2012

    Ma scusa… hai fatto un copia-incolla della recensione di Ruocco tratta da Indie Horror?… per l’altro a mio avviso una delle più brutte, non perchè mi critica il film, ma perchè lo fa con una presunzione fastidiosa e unaarroganza dilettantesca…
    Boh… contenti voi…

  2. giulio.degaetano mar 13th 2012

    Ciao Edo, Through the Black Hole nasce da quello che era IndieHorror sotto la mia gestione per cui ne contiene il DB. La recensione era erroneamente assegnata a me, ho aggiornato l’autore. Lascio al solito la palla a Luca per eventuale risposta

  3. Edo Tagliavini apr 4th 2012

    Ciao Giulio,
    grazie, tutto chiaro :)
    Molto bella l’impaginazione grafica, merda merda merda per il sito

  4. giulio.degaetano apr 5th 2012

    Ciao Edo,
    se riesci ad esprimere un qualcosa di più costruttivo rispetto a “merda merda merda” per il sito te ne sarei grato. Nostro malgrado siamo costretti a vedere della “merda merda merda” ma solitamente si cerca di argomentare

  5. GIULIO, CREDO CHE IL “MERDA” DI EDO FOSSE INTESO COME “IN BOCCA AL LUPO” NEL CINEMA E TEATRO SI USA DIRE “MERDA” E NON BUONA FORTUNA O SIMILE; TU L’HAI INTESO FORSE COME SE IL SITO FOSSE PIENO DI MERDA MA NON è COSì :) CON QUESTO MIO ILLUMINANTE INTERVENTO FORSE TOLGO DUBBI ANCHE DA ALTRI EVENTUALI LETTORI CHE NON SONO AL CORRENTE DEL MODO DI DIRE! COMUNQUE CONCORDO CHE SIETE COSTRETTI A VEDERE MOLTA MERDA NEL CINEMA INDIPENDENTE. CE NE STA TANTA PERò COI GIUDIZI IN EFFETTI IN GENERALE, ANDREI SEMPRE PIù CAUTO PERCHè RICORDIAMO CHE L’ERRORE NEL NOSTRO CINEMA è NON UNA REGOLA MA UNA COSTANTE PROPRIO PERCHè GIRARE IN 2 O 3 SETTIMANE CON BUDGET RIDOTTISSIMI, NON è PARAGONABILE AL GIRARE DLE GRANDE MAESTRO ARGENTO CHE LO FA IN MESI CON MILIONI E FA CAGATE UGUALMENTE. MAGARI IL PUBBLICO NON SA ED’è GIUSTO CHE NON SAPPIA E GIUDICHI IL PRODOTTO… PERò SE SI TRATTA DI CINEMA INDIPENDENTE, SPESOS TI SALTANO ATTORI, SEI CISTRETTO A RIGIRARE, INSERIRE COSE ALL’ULTIMO, TENERTI LA PROMA BUONA PERCHè LA LOCATION TI VIENE TOLTA, ETC ECT TANTE DI QUELEL COSE CHE SPESSO INFICIANO LA STRUTTURA E LA RIUSCITA DI UN FILM. A ME SPESSO VIENE DETTO “PECCATO” NON AVER QUELLO “PECCATO” NON ABBIA FATTO L’ALTRO. iO PURE DICO PECCATO NON AVER AVUTO SETTIMANE IN PIU PER FARE IL FILM, CORREGGERE ERRORI, MONTARLO BENE SENZA FRETTA O AVER AVUTO SOLDI PER AVERE CARRELLI CRANE ETC! a VOLTE NOI “REgisti” CI SENTIAMO UN Pò AGGREDITI NEL SENSO CHE SEMBRA CHE SI VADA SEMPRE FACILMENTE A PUNTARE IL DITO DOVE è OVVIO SIA PUNTABILE, MENTRE FILM CHE FANNO ACQUA DA TUTTE LE PARTI DI NOMI PIU GRANDI VENGONO SEMPRE IN QUALCHE MODO GIUSTIFICATI. E PARLO IN GENERALE NON DI QUESTO SITO.

  6. giulio.degaetano apr 5th 2012

    ..e mi sa che ho frainteso la frase di Edo, in quel caso chiedo umilmente scusa!!! :)

    Riguardo il commento di Domiziano, invece, concordo pienamente, infatti basta leggere le recensioni sparse sul sito per capire come diamo molta attenzione a questi aspetti cercando di sottolineare quali sono i problemi non di budget ma insiti nell’opera stessa (se in una sceneggiatura si scrive “Mamma mia, questi zombie sembrano proprio morti!” o simili, non è mica colpa del budget!)

  7. Ah, riconosco la citazione: LE NOTTI DEL TERRORE di Bianchi! ahahah :D si si concordo su quanto dici. Io ho sempre pensato che le IDEE non costano nulla e che spesso il lavoro di squadra nel fare un film dovrebbe ascoltare il parere di tutti, specie in sceneggiatura. Ma è pur vero che credo ne io, ne Edo ne altri pensiamo di aver fatto il film del secolo! Magari approcciamo il cinema con molta più leggerezza di quella che ci viene concessa. E credimi, sto tremando (e dico sul serio) all’idea che qualcuno voglia vedere nel mio HYDE’S SECRET NIGHTMARE un prodotto elitario e autorale. Già se ne sta aprlando un pò in questi termini e davvero temo. Perchè poi sembra che siamo noi “autori” a metter in giro ‘ste voci. Se io mi credessi autore per aver fatto un porno horror dove un uomo si fa un siero che lo trasforma in una pazza ninfomane allora rinchiudetemi domani! :D

  8. Ahahaha,
    leggo solo ora!
    Grazie Domi, sì Giulio, intendevo in senso positivo, in bocca al Lupo :) e l’impaginazione ripeto, veramente molto bella :)

  9. …e concordo sempre con Domiziano: al di là che un film comunque poi parlerà da solo, nel bene e nel male, lo sbaglio più grande che trovo in molte critiche cinematografiche, è che il regista è trattato come se lui si considerasse l’illuminato supremo che considera il proprio film la summa massima del cinema, quando invece siamo proprio noi i primi a conoscere e riconoscere i difetti nei nostri film, vuoi per le mille ragioni produttive, vuoi per esperimenti non riusciti, vuoi per sbagli… ma da chi ci critica si chiederebbe una forma di rispetto della persona, senza insulti o commenti sarcastici, perché è sempre meglio fare che stare con le mani nelle mani…
    Infondo per criticare un film che non piace non c’è bisogno di trattarlo come un povero cretino presuntuoso… :)
    Detto questo, rimerda merda merda, sempre in senso più positivissimo possibile :)


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