DRIVE – Nicolas Winding Refn
Che fosse un regista sopra e righe e dalle grandi potenzialità, lo avevamo capito tutti. Con la trilogia di Pusher, con i suoi Valhalla Rising e Bronson ci ha confermato di avere talento, ingegno e originalità. Ma al successo che questo Drive sembra promettere ancora non era arrivato, fino alla presentazione al festival di Cannes dove Nicolas Winding Refn ha vinto il premio come miglior regia.
Drive è un film di indole violenta, Refn se ne serve per descrivere situazioni difficili e per raccontare di uomini che conducono una vita fuori dagli schemi ma, paradossalmente, definisce la pellicola come film per le donne. Soffermiamoci a vedere come la storia di uno spericolato stuntman che intraprende la vita del pilota nei circuiti automobilistici possa essere inquadrato come film per donne.
Il protagonista, interpretato da Ryan Gosling, identificato con il nome di “Driver”, ha un’unica ossessione: le macchine veloci. Meccanico e stuntman nella vita di tutti i giorni, pilota che aiuta rapinatori a fuggire quando indossa la seconda pelle. Sporco, giri sporchi, affari sporchi; ecco le situazioni in cui si trova il protagonista. Un senza nome solitario e alienato che vive per le auto, che dell’auto ha fatto la sua unica strada. Grazie al suo innaturale talento alla guida, Driver ha la possibilità di gareggiare nei circuiti automobilistici professionali, tuttavia la sua vicina di casa, Irene, riesce a deviarne il cammino, facendo breccia in una corazza metallica apparentemente intoccabile.
Frequenta il figlio della donna, Benicio, mostra un lato di sé più delicato e finisce per innamorarsi di lei, ma deve fare i conti con il marito che, uscito dal carcere, si trova indebitato con la mafia. Driver diventa così un moderno cavaliere, cerca di aiutare la donna e si trova invischiato in una tela resinosa, rendendosi conto troppo tardi che “passare dalla parte dei buoni”, seppur coi suoi soliti modi violenti, comporta un prezzo da pagare.
Ricco di citazioni, ricolmo di chiari tratti distintivi della cinematografia di Refn, meticoloso e tecnicamente ineccepibile. Con una trama scarsamente originale, tratta dall’omonimo romanzo di James Sallis, Drive sembra unificare tutti i tratti distintivi dei precedenti film di Refn nello sfondo di una Los Angeles dove brilla lerciume, fanatismo e spruzzi di sangue. Refn lascia percorrere il cammino della redenzione al protagonista facendolo innamorare e mostrando che anche in lui batte un cuore. Un’incipit brutale che gradualmente lascia il posto ad una storia d’amore, in cui anche la violenza diventa “accettabile” … una storia per donne.