DRACULA 3D – Dario Argento
Jonathan Harker (Unax Ugalde) ottiene un posto come bibliotecario nel castello del conte Dracula (Thomas Kretschmann), fascinoso individuo temuto e rispettato nel villaggio poggiato ai piedi della dimora. Siamo in Transilvania alla fine del diciannovesimo secolo, la superstizione dilaga ancora tra i cunicoli delle case, ma un olezzo di morte la accompagna …
Mina (Marta Gastini), moglie del giovane Harker, dopo non aver ricevuto più notizie dal compagno, si mette in viaggio per raggiungerlo, fermandosi prima nella casa dell’amica Lucy (Asia Argento). Tuttavia proprio quest’ultima subirà la malia del conte Dracula, divenendo schiava e mietitrice del male.
Semplicemente sofferta la visione di Dracula 3D. “Semplicemente” in quanto sia il trailer sia i rumors, echeggianti attraverso ogni tipo di media, anticipavano un così fragoroso tonfo, per cui si era in qualche modi pronti ad incassare il colpo. “Sofferta” perché la mano dietro la telecamera è sempre la sua, quella di un Dario Argento invecchiato al punto da girare in maniera così svogliata da risultare fastidiosa oppure in modo così pilotato, da burattino, da lasciar scendere giù più di una lacrimuccia.
La presenza di Roberto Di Girolamo, Franco Paolucci e Giovanni Paolucci nel bunker della produzione lasciava intuire, anch’esso, la portata dell’operazione: sfruttare una mitologia ben radicata e mai borderline, spolverarla con l’utilizzo del 3D e piazzare il nome/corpo del già citato regista. Un piano diabolicamente efficace sulla carta, scontratosi con un passaparola (negativo), già iniziato in quel di Cannes, tale da limitare la mobilitazione verso i cinema, se non con dei forconi in mano.
Dracula 3D è un film piatto, scialbo, costruito su una sceneggiatura incredibilmente debole e farraginosa, recitato male (inspiegabile la presenza di Rutger Hauer, se non per motivi alimentari) e ricolmo di una computer graphics che sarebbe già stata vetusta una decina di anni fa. Non vi è tensione, non vi è orrore, l’unico perché associabile al film ricade nel nudo di Miriam Giovanelli e nella visione con spirito trash che caratterizzerà Dracula 3D tra una decina d’anni.
Se si pensa, inoltre, che è stato finanziato anche attraverso il contributo del Ministero dei Beni e Attività Culturali (alias soldi pubblici), quel senso di “tenerezza” scompare, lasciando spazio aperto al retrogusto amaro che Argento sta causando a troppi fan (e non solo) da diversi anni.