DOCTOR STRANGE – Scott Derrickson
Se il film che ha fatto da apripista alla tanto discussa Fase tre dell’universo Marvel è stato Captain America: Civil War è altrettanto vero che con Doctor Strange vengono introdotti concetti fondamentali come quello dei multiversi e altre diavolerie a sfondo esoterico/lisergico tutto al solo scopo (commerciale, che avevate dubbi?) di poter sostituire, appena scaduti i contratti, i veterani Avengers con volti magari più giovani o con chissà quale altra sorpresa. Ma non è il caso di esaltarci troppo, parafrasando senza volgarità una celebre frase di Mr Wolf, e ritorniamo su Doc. Strange.
La cosa interessante di questo film è che sembra aver recuperato per un attimo il sapore dei primi film targati Marvel Studios che, in maniera molto lineare e descrittiva, introducevano il personaggio protagonista del film con tanto di origini e scoperta del suo super potere, senza doverlo legare troppo ad un universo già pre-esistente. Il Doc. Steven Strange (Benedict Cumberbatch) è un arrogante quanto eccellente medico chirurgo che riesce a compiere un operazione chirurgica importante ascoltando musica, senza per questo ammazzare una persona. Proprio a causa della sua arroganza subirà un gravissimo incidente d’auto che lo porterà a perdere la sua eccezionale mano ferma.
A nulla serviranno gli appelli disperati della sua ragazza, Christine Palmer (Rachel Mc Adams), a cercare una svolta nella vita e magari mettere da parte il suo ego e la sua arroganza per imparare un altro mestiere, magari dedicandosi al giardinaggio oppure facendo volontariato in Africa. Oddio, almeno un lungo viaggio il Dottore sarà costretto a farlo, se vuole avere una seppur sparuta speranza di ritrovare il pieno controllo dei suoi arti superiori, ma invece del Continente Nero egli opterà per l’inflazionatissimo Tibet, terra di mistero e di magia.
Qui si troverà a contatto con una setta di monaci tibetani che, a forza di stare a digiuno e in astinenza (e magari utilizzando qualche sostanza da noi illegale), riescono a governare la realtà come noi la conosciamo e a piegarla al loro piacimento (There is not spoon! Vi dice qualcosa?) per cui, tra addestramenti spaccaossa e rituali magici, il Doc. Strange riesce a capire quale sarà la sua valida alternativa alla chirurgia e addio pollice verde. Egli risulta essere molto portato per le arti magiche tanto da spaventare il suo maestro, L’Antico (Tilda Swinton), perché già un altro allievo molto dotato, prima di lui, aveva abbandonato il percorso della magia volta al bene per seguire i poteri della Dimensione Oscura.
Dimensione nella quale alberga il temibile Dormammu, entità dal nome ridicolo ma dai poteri sconfinati … ma il lato oscuro solo più seducente esso è … si, ma quello è un altro film!
Doctor Strange è un film targato Marvel Studios, sia nella firma che nella sostanza, in grado di far storcere il naso dei fan del fumetto classico, ma tanto a quello ci siamo ormai abituati. Nonostante questo, in qualche modo la Marvel (qualcuno ha detto Disney??) riesce comunque a confezionare un prodotto che intrattiene, diverte, e lascia trascorrere una manciata di ore senza annoiare, fino al punto da perdonare anche quelle piccole incongruenze a sfondo narrativo. Inoltre dalla sua, il regista Scott Derrickson ha avuto il vantaggio di avere un cast di tutto rispetto, a cominciare da Benedict Cumberbatch, passando per Mads Mikkelsen e finendo con la Rachel Mc Adams, con i quali si è divertito a tessere i siparietti comici che spezzano piacevolmente un clima altrimenti troppo serioso.
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