DISCESA PER L’INFERNO – Davide Pesca
Immagini forti e un montaggio ritmico ed essenzialmente libero da ogni regola che possa incorniciarlo in una successione temporale di stampo classico: questo, insieme ad un’atmosfera macabra e onirica, che l’autore Davide Pesca fa derivare dalla sua passione per i lavori di David Lynch, sono gli ingredienti di Discesa per l’inferno, breve cortometraggio del 2009.
Alle radici di tutto un semplice fatto, e non una trama; una scintilla che scatena la discesa della giovane protagonista in un luogo surreale, bloccandola nel ruolo obbligato di spettatrice di un susseguirsi di visioni oniriche e grottesche. Un incubo a occhi aperti che scava nel profondo dell’animo per dissotterrare le paure della ragazza, unica testimone delle irreali performance di una serie di macabri personaggi (probabilmente) usciti proprio dalla sua mente.
Ma cosa ha scatenato la discesa della giovane all’interno di questo mondo fatto di paurose illusioni? Per scoprirlo vi consigliamo di guardare il corto pubblicato in coda, visto che proprio su questo particolare poggia l’intero esplicarsi della sottile trama.
Discesa per l’inferno è un buon esperimento filmico, anche se non ha il sapore di un vero cortometraggio; sembra che il regista punti tutto sul riuscire a trasferire in immagini un’idea, a tradurre in atmosfere visive un’inconfessabile pensiero. In questo senso il film di Pesca funziona, grazie anche a un montaggio che sa alternare in modo organico ritmi molto differenti, ma l’esperimento rimane fine a sé stesso.
Alcuni dubbi rimangono: tra quelli tecnici il più palese è la stortura di molte inquadrature dell’onirica sala teatrale che fa da location all’incontro con i vari personaggi-incubo, che lascia pensare più ad un cavalletto fuori bolla, piuttosto che ad una scelta stilistica per distorcere l’architettura della stanza.
VOTO: 5/10
Regia, riprese, montaggio, effetti speciali: Davide Pesca
Con: Virginia Greca, Fabio Del Giorgio, Mirko Acquistapace, Juri Girolo
Prodotto da: Demented Gore Production
Italia, 2009