DIAZ – Daniele Vicari
Genova 2001, sede del G8. Luca, Alma, Marco, Nick, Bea, Ralf, Anselmo, Max sono persone di estrazione sociale, età e interessi diversi che si ritrovano a Genova per vari motivi. In particolar modo si ritrovano sotto il medesimo tetto la notte del 21 Luglio 2001 … il tetto della scuola Diaz.
300 poliziotti coinvolti, 29 processati, 27 condannati per l’azione di forza alla caserma, 44 condannati per abuso di ufficio, 93 arrestati e 87 feriti. Questo il risultato di un’azione che non può che esser definita spregiudicata, qualsivoglia interpretazione si voglia dare all’accaduto, una maledetta notte guidata malamente, come se un alone di impunità aleggiasse intorno ai poliziotti subito dopo risvegliati dal torpore, al momento della chiamata in tribunale. Questo è Diaz.
Daniele Vicari propone un cinema realista, fondato su un evento che ha toccato la coscienza dell’intero popolo italiano, e realizza un film con passione e impeto, se vogliamo quella giovanile dal sangue caldo, raffreddato dal decennio che separa realizzazione da fatto di cronaca. Gli attori sembrano tutti colti sul fatto, incapsulati nel tempo e trasportati in avanti con i loro volti segnati dai colpi, in una sorta di manifesto incollato sulle pareti di tutte le città di Italia per non dimenticare.
Non pensate a falsa retorica, ideologia simil-sinistroide o tediose cavalcate giudiziarie, Diaz è una finestra sul mondo, precisamente su un mondo che ci è tanto vicino da sembrarci lontano.