DEVADASI – Marco Marra
Una giovane donna è costretta a prostituirsi. Tra i suoi clienti un ragazzo, giovane e carino, pieno di tormenti, che cerca condivisione di dolori e relativa pace nel tempo passato con la ragazza. Una dolcissima parentesi, che porta i due a cambiare le proprie vite con un gesto disperato … che profuma di libertà.
Devadasi, il nuovo corto di Marco Marra, trae ispirazioni dalle Devadasi indiane, le serve di Dio destinate all’adorazione dello stesso nei templi, con balli e cerimonie varie, le quali divengono via via prostitute o, comunque, restano in uno stato di prigionia. Come le Devadasi, la protagonista del corto è tenuta prigioniera; come le Devadasi non è padrona della propria vita né del proprio corpo. Ostacolo della libertà per le Devadasi è la società, un intero paese; ostacolo della protagonista un uomo, una sorta di portiere, che accoglie svariati uomini (a denaro versato).
Devadasi è un cortometraggio studiato nei minimi dettagli, più simbolici che tecnici, che gioca con i colori in una sostituzione del bianco e nero iniziale, come se la speranza, la delicatezza e la libertà prendono il posto della solitudine e della paura. La luce stessa diviene mezzo attraverso cui Marra esprime angoscia e speranza. Brevissimo il dialogo sormontato dalla colonna sonora, buona la fotografia e curato il montaggio.
Come già accaduto nel precedente corto, White Eyes, la recitazione non delude: Nicoletta Pane, Frenck Coppola e lo stesso Marco Marra interpretano i loro ruoli con convinzione, dedizione e impegno. Marco Marra con i suoi lavori sembra aver acceso una piccola scintilla nelle nebbie dell’underground italiano, restiamo sintonizzati per capire i prossimi sviluppi.
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