DEMOLITION MAN – Marco Brambilla
John Spartan (Sylvester Stallone) è meglio noto come “Demolition Man” per il suo non proprio essere ligio alla disciplina, preferendo anche vie drastiche alle canoniche / procedurali, pur di acciuffare i peggiori delinquenti che infestano Los Angeles. Il temibile Simon Poenix (Wesley Snipes) viene catturato proprio grazie a questi metodi inflessibili, anche a costo di coinvolgere un autobus e tutti i suoi innocenti passeggeri. Date le conseguenze dell’azione, sergente e criminale vengono condannati ad un congelamento all’interno di un criopenitenziario.
Una quarantina di anni dopo Phoenix riesce a fuggire e l’unico modo che ha la “buonista” polizia di Los Angeles del futuro per catturarlo nuovamente è proprio il risveglio di John dal sonno criogenico. E la stagione di caccia si riapre.
Marco Brambilla si ritrova tra le mani quello che può essere da un lato un pasticcio che ne segnerà per sempre la carriera, dall’altra un sacrosanto omaggio ai B-movie d’azione degli anni ottanta con cui confezionare adeguatamente un pacchetto goloso per gli aficionados del genere o degli attori. Il risultato è spaccato a metà. Se da un lato, infatti, Demolition man mantiene una verve frizzante che sembra voler omaggiare il passato, dall’altro cerca di velarsi con una patina da film di serie A che non gli si addice.
Di sicuro lo humour infuso riesce a sollevare il film di Brambilla dall’oblio, riuscendo ad instaurare il giusto ritmo anche grazie ad un gioco di ruoli ben distribuito: l’eroe autoironico Sylvester Stallone, il cattivo simpatico Wesley Snipes e la donzella che mette un po’ di pepe sull’insieme (Sandra Bullock). Infine, come ignorare che il presidente degli Stati Uniti D’America del futuro è Arnold Schwarzenegger?