DEATH OF THE VIRGIN – Joseph Tito
May è una ragazza che non riesce a sfilacciare le nebbie che avvolgono il suo passato e dalle quali fuoriescono orrori che la sua mente rifiuta di decodificare. Per tentare di fuggirne si reca in pellegrinaggio nella città natale di Caravaggio, dove i sogni sembrano mutare in premonizioni e le paure si concretizzano in brutali assassinii, apparentemente legati ai quadri del pittore bergamasco.
Quello che il regista Joseph Tito vuol fare è rievocare le atmosfere dei gialli/thriller degli anni ’70, prendendo quindi come principale modello di riferimento Dario Argento, ma non disdegnando ammiccamenti al Pupi Avati de La casa dalle finestre che ridono. La coreografia iniziale così come le visuali in soggettiva o la morte che sbuca fuori dal nulla sono esempi lampanti di questo citazionismo, che il regista non cela, anzi esalta. Anche il finale denota particolare attenzione verso tematiche care ad un certo genere di cinema che possiamo definire “demoniaco”, e che richiama alla memoria esempi esteri come Rosemary’s Baby. Almeno nelle intenzioni.
Qualche idea funziona ma gli scricchiolii degli ingranaggi riecheggiano sin da subito. Sicuramente la sceneggiatura, scritta a quattro mani dallo stesso regista e da Silvio Oddi, avrebbe necessitato di una maggiore attenzione per fare in modo di cesellare in maniera sagace gli incastri (il legame effettivo tra i quadri di Caravaggio e gli omicidi risulta flebile; il passato di May è eccessivamente confusionario e mal eviscerato anche nel finale). Il ritmo, inoltre, sembra rallentare durante il dipanarsi degli eventi, senza invece mantenere un crescendo costante, mentre alcuni guizzi riescono a risollevare lo spettatore (uno degli omicidi in cui si intravede il demonio).
Ulteriori aspetti che annebbiano la pellicola sono una fotografia eccessivamente scura, che alle volte rende ben poco chiare le situazioni, specialmente se girate in notturna, e il sonoro troppo ricco in alti e malamente mixato. Il cast vede una Maria Grazia Cucinotta che, tranne in alcuni casi in cui sembra offrire una interpretazione da pubblicità, riesce con la sola presenza a bucare lo schermo. Aggiungiamo anche che la dizione inglese risulta più credibile di quella italiana. Sicuramente capace di segnare la differenza. Anche Natasha Allan riesce a ben dimesticarsi proponendo una prova d’attrice credibile e sincera.
Punto di forza le splendide location italiane, dalla chiesa di San Bernardino alla chiesa gotica dei Santi Fermo e Rustico (dove fu battezzato Caravaggio), dalla cantina vinicola Ceretto di San Cassiano alla villa seicentesca di Diano d’Alba, tutti meravigliosi scenari che donano atmosfera a DEATH OF THE VIRGIN, grazie al loro fascino naturale che sembra immergere il film in una realtà fuori dal tempo.
VOTO: 5.5/10
Regia: Joseph Tito
Sceneggiatura: Silvio Oddi, Joseph Tito
Cast: Maria Grazia Cucinotta, Natasha Allan, Linda Valadas, Jennifer Healy, Marc Aurelio, Silvio Oddi, Joseph Tito, Beatrice Ceste