DEAD SET – Season 1
Una stagione del Grande Fratello inglese. Gli ospiti sono persi nel loro rincorrersi, spezzare la noia, cercare di coronare un sogno che il più delle volte si tramuta in un tonfo in una pozzanghera. Passano mesi in un’alcova apparentemente isolati ma in realtà coccolati, amati/odiati, adorati e vilipesi da milioni di persone. Apparentemente. Perché fuori il mondo sta mutando e loro ne sono ignari … un’epidemia dilaga e i morti viventi iniziano l’assedio.
È possibile vedere Dead set come un precursore di una moda che sarebbe dilagata da lì a 2 anni con l’(ormai) arcinoto The walking dead? Probabilmente sì, nonostante sia sfuggito come aria tra le mani del grande pubblico, mentre la critica ne elogiava le soluzioni e idee innovative. Il telefilm in cinque episodi ideato da Charlie Brooker, si articola su una struttura sicuramente non innovativa nell’ossatura quanto nel gioco di incastri, che vede affiancarsi personaggi buttati lì come puro riempitivo dall’utilità “slasher” (o meglio “slashed”) a caratteri corrosivi e dissacranti, uno su tutti il produttore Patrick Goad (interpretato da Andy Nyman).
Nonostante il background con un set del Grande Fratello in primo piano (e la trasmissione su MTV in Italia), Dead set è caratterizzato da un groviglio di efferatezze splatter e violenza (ironica) verbale che ne innalzano il tasso di godibilità per gli amanti del genere in maniera indiscriminata. Il tasso di black humor, poi, condisce la visione, a partire dalla bizzarra situazione che vede il già citato Patrick incastrato in un ufficio in compagnia di una delle non tanto sveglie partecipanti del reality … mentre fuori impazzano gli zombie.
Ironia, splatter, tratti di demenzialità (voluti), rapidità d’azione e tocchi drammatici, questi sono gli elementi che caratterizzano Dead Set, un lavoro assolutamente da (ri)scoprire, ricco di sorprese e sempre visivamente stimolante, anche in un panorama dove le epidemie zombesche sembrano aver percorso il loro ciclo.
