DARK SKIES – Scott Stewart
È notte, Lacy (Keri Russell) scende le scale, ha sentito un rumore e pensa di trovare uno dei suoi due figli, Jesse o il piccolo Sammy, ancora svegli per casa. Mentre raggiunge la cucina si rende conto che c’è qualcosa che non va e, non appena arrivata, vedere una scia di cibarie e bevande disseminate sino alla porte scorrevole aperta. Il terrore che qualcuno o qualche animale si sia infilato in casa si accende ma, vista la situazione comunque tranquilla e i figli nei loro letti, crede che sia tutto finito lì.
Invece si tratta dell’inizio di un incubo, dove la famiglia Barrett si troverà a fronteggiare da sola un interesse alieno verso di loro e un vicinato che crede più nella violenza domestica che non nelle loro parole.
Scott Stewart, regista di Legion e Priest, si ritrova tra le mani un soggetto quanto mai abusato, un budget di circa 3.5 milioni di dollari ma anche tanta voglia di fare. Quest’ultimo elemento fa da motore propulsore ad una storia che, altrimenti, sarebbe naufragata come il recente Il quarto tipo, schiantando contro scogli di monotonia. Quello che rende Dark Skies diverso è la componente drammatica familiare, che ci fa affezionare alla famiglia Barrett, costellata da difficoltà (e mancanza) di lavoro, amicizie giovanili non sempre eccelse e gioie e dolori quotidiani, e la ferrea volontà di non dare alcun spiegone o di presentare bizzarri quanto inutili personaggi di rattoppo alla trama.
Dark Skies si racchiude quasi del tutto all’interno delle mura domestiche, facendo rintanare lo spettatore con i quattro assediati, a loro volta destabilizzati da una presenza che li “possiede” che sembra quasi scimmiottare più le ghost story che non i film dove imperano gli alieni. Un pessimo Josh Hamilton è bilanciato da un’ottima Keri Russell, diverse cadute di stile lasciano qualche perplessità riguardo la sceneggiatura, la CGI non è propriamente eccelsa, tuttavia Dark Skies riesce a scivolar via piacevolmente donando novanta minuti di tensione anche se destinato presto all’oblio del dimenticatoio.