COSA AVETE FATTO A SOLANGE? – Massimo Dallamano
Ebbene sí, parliamo chiaro, gridiamolo con voce acuta e stridente: Cosa avete fatto a Solange? é davvero una perla di perversione e desiderio voyeuristico. In effetti, malgrado siano passati alcuni anni dall’uscita in sala (1972), il film di Massimo Dallamano non ha perso un briciolo della sua intensitá e del suo fascino magnetico. Certi gioielli della cinematografia italiana vanno riscoperti e messi in una bacheca illuminata con una scritta al neon: attenzione, veleno puro.
Guardiamo ora un pó piú da vicino chi sono i protagonisti di questo misterioso culto di Solange.
Enrico Rossini (Fabio Testi), professore di italiano in un collegio femminile di Londra, divide la sua vita tra un matrimonio infelice ed una relazione clandestina con una delle sue giovani studentesse, Elizabeth. Un adulterio che gli permette di respirare, di scappare dalla morsa di una vita coniugale fatta di litigi ed incomprensioni.
Durante una bucolica gita in barca Elizabeth crede di assitere ad un omicidio. Tutto avviene nello spazio di pochi secondi e la giovane ninfetta non é sicura di aver assistito relamente ad un brutale assassinio, perchè, nel mentre, i due tortorelli erano in preda ad un momento di passione travolgente … sará stato tutto frutto della sua immaginazione? Enrico é piú propenso a credere a questa seconda ipotesi.
Il giorno seguente i media annunciano il ritrovamento di un corpo brutalmente mutilato, con un coltello conficcato nella vagina. La modalitá dell’omicido ha un lato sadico e perverso tale da lasciar credere che l’assassino agisca seguendo un crudele e segreto disegno. Enrico é terribilmente scosso, non sa che fare, decide quindi di recarsi sul luogo del crimine per osservare lo svolgimento delle indagini. Questo suo atteggiamento, nonché il fatto di aver perso la sua penna sul luogo del crimine, lo fanno diventare il sospettato numero uno. L’angoscia sale e sale ancora, raggiungendo il suo apice quando Elizabeth, testimone chiave della vicenda, comincia ad essere pedinata dal maniaco … fará la stessa fine delle altre ragazze uccise? Non dimentichiamo che la giovane studentessa sostiene di aver visto l’assassino vestito con una tunica sacerdotale: religione e perversione, due elementi chiave del film di Dallamano ed ingredienti fondametali che danno a Cosa avete fatto a Solange? quel gusto dolce amaro di gioventú perduta. Non soddisfatto delle informazioni dategli dalla polizia, Enrico si addentra nella vita privata della giovane vittima e scopre un torbido gioco adolescenziale fatto di festini orgiastici, ma soprattutto svela l’esistenza di una ragazza, Solange, alla quale é successo qualcosa in passato ed alla quale sono legate le morti delle altre ragazze … sará lei la chiave dell’enigma?
Dallamano riesce nella difficile impresa di proporre un thriller convincente: Il mistero e la sottile miscela di perversione e orrore impregnano il film di un atmosfera inquietante dove il pericolo si aggira furtivo, senza peró prendere forma concreta. Un’aura malsana domina la pellicola e lascia nello spettatore quel sentimento di inquietudine tipico dei migliori gialli. Il mistero é svelato ma i personaggi, in questo caso Solange, continuano a inquietare i nostri sonni. La fotografia di Joe D’Amato é sicuramente all’origine di questo sentimento di alienazione dove i personaggi sembrano prigionieri di un mondo angosciante senza fine.
La sceneggiatura sa adosare in modo perfetto la parte “gialla” e la parte “erotica”, dove delle giovani ragazze in fiore aleggiano maliziose. L’occhio voyeuristico dello spettatore segue questo spettacolo di efebi, pur sapendo di prendere parte ad un gioco perverso dove lo sguardo supremo é quello dell’assasino. Questo personaggio, crudele nel suo spietato disegno omicida, guida lo spettatore in un mondo dominato dalla gioventú, dall’innocenza. Non confondiamoci peró poiché questa innocenza é sempre sovrastata da una nube nera, da un lato oscuro e inquietante che conduce alla morte chi vi prende parte.
Il punto di vista, la maniera di filmare, é soggettiva, voyeuristica, come se Dallamano stesso fosse atratto da queste giovani, quasi fosse responsabile degli omicidi, al pari del maniaco. Il regista é in effetti astuto nel modo di sottintendere senza dire, mostrare senza cadere nel gore estremo. Gli omicidi non scadono mai nel gore di basso livello, con il semplice scopo di attirare lo sguardo, al contrario l’immaginazione dello spettatore é libera di ricostruire quello che é successo senza aver partecipato direttamente alla scena. Interessante la scelta di lasciare il personaggio centrale di Solange nell’ombra fino alla fine, giovane vittima dei suoi errori, della sua innocenza.
La musica di Ennio Morricone sottolinea in maniera perfetta il lato perversamente voyeuristico del film creando un’atmosfera d’attesa e di tensione squisitamente inquitante. In effetti, l’attesa attanaglia lo spettatore durante tutto il film impedendo qualsiasi momento di arresto. Malgrado il ritmo lento, Cosa avete fatto a Solange? non é mai noioso, al contrario é implacabile e porta senza sosta verso la risoluzione finale. In poche parole: misterioso (le “festicciole” segrete delle ragazze), morboso (la sessuofobia legata al cattolicesimo impregna ogni immagine) e macabro (omicidi efferati) … cosa chiedere di piú? E poi c’é ancora qualcuno che osa mettere in dubbio il perverso fascino dei film italiani di genere … eretici!