CLASSE 1984 – Marck L. Lester
Non benedirò mai abbastanza internet per avermi fatto finalmente trovare e vedere questo cultissimo della mia gioventù. Avete presente quei film di cui avete solo sentito parlare o ne avete visto migliaia di volte la locandina al cinema ma non siete mai potuti entrare al cinema a vederlo perché eravate troppo piccoli?
Classe 1984 uscì nelle sale creando scandalo per l’eccessiva dose di violenza ma anche per i contenuti antieducativi della storia, fece una fugace apparizione in vhs ma poi scomparve nell’oblio cinematografico facendo totalmente dimenticare di sè al punto che Mark L. Lester, il regista, ne preparò una versione protofantascientifica nel 1990, Class of 1999, in cui i violenti studenti erano dei robot killer. Ma gli studenti veri della scuola dove Perry King è professore di musica che si trasforma in giustiziere omicida ossessionato dallo scontro col teppista minorenne Stegman (uno splendido Timothy Van Patten in pura tenuta pre George Michael) fanno molta più paura e generano mille volte più angoscia di un cyborg; sono veri, sono il prototipo dell’americano arrivista, spacciatore e psicopatico di quegli anni.
Viene da pensare ad un’apologia fascista in cui l’insegnante tenta in tutti i modi di redimere le pecore nere arrivando al sacrificio d’Isacco pur di ottenere giustizia. Anche Roddy McDowall segue le sue orme e non esita a impugnare la pistola pur di insegnare biologia ai suoi studenti, ma con molto meno successo del suo collega che non esita a maciullare i teppisti pur di difendere la moglie Merrie Lynn Ross, pluristuprata, incinta e in pericolo di vita. Tuttavia il grasso del gruppo indossa la svastica sulla maglietta mentre il professore assomiglia ad un ex-hippy che deve affrontare il delirio degli anni 80, uno scontro generazionale che ormai è parte della storia.
Il film diventa quindi un documento importante di una precisa situazione epocale edulcorata dal politically correct e dal buonismo di facciata (nessuno può arrestare i giovani finchè sono minorenni) che hanno rovinato una gioventù altrimenti capace di espimere al massimo la sua creatività artistica (Stegman, il cattivo, è uno splendido pianista allo stesso modo in cui Alex di Arancia Meccanica è un estimatore di Beethoven). Un grande film da riscoprire per sempre con l’aggiunta di una delle prime interpretazioni di Michael J. Fox, in grado di rappresentare la faccia pulita dell’America Reaganiana di allora.
VOTO: 7.5/10
USA,1982
Regia: Marck L. Lester
Cast: Timothy Van Patten, Roddy McDowall, Perry King, Merrie Lynn Ross