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Gli HIM sono praticamente scomparsi dalle scene, dopo il deludente remix SWRMXS, vero e proprio disco alimentare, e il non proprio esaltante Venus Doom. Eccoli nuovamente con il loro “love metal sound”, nuovamente (quasi) scevro di influenze hard rock che non proprio avevano funzionato nel già citato album, con tredici tracce semplici, lineari ma in parte emozionanti.
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Mirror of creation: Genesis 2 è la seconda parte di un concept iniziato nel 2003, terminato solo nel 2006 in seguito ad assestamenti di line-up (e ricerca di una nuova label) che hanno reso incerto il futuro della band teutonica. La storia narra della riuscita manipolazione in laboratorio di geni umani, con l’obiettivo di modificare bambini nelle loro caratteristiche psicosomatiche e, per un controllo più stringente, viene loro creato intorno un universo parallelo a quello reale, finché un soggetto non scorge lo “specchio della creazione” e comprende il significato del pulsare del muscolo cardiaco, l’essenza della vita dietro il velo della carne.
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Band formata da esponenti di gruppi dalle più svariate estrapolazioni musicali, gli Angtoria sono riusciti a compiere il salto dopo un demo autoprodotto nel 2004 ottimamente accolto nell’underground europeo. La cantante/corista Deva (Cradle of filth, Mortiis, Therion) è il fulcro intorno al quale ruotano la chitarra e la tastiera dei fratelli Rehn (Moahni moahna, Abyssos), coadiuvati da illustre partecipazioni a opera di: Dave Pybus (Cradle of filth), Aaron Stainthorpe (My dying bride), Rikard Andersson (Majestic) e Andreas Brobjer (Space odissey).
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Spesso le colonne sonore dei videogiochi non vengono considerate con il giusto livello di attenzione che dovrebbero, e il compositore Lorne Balfe sembra volerlo urlare a squarciagola con la splendida soundtrack dell’altrettanto valido videogame Assassin’s creed 3.
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Quinto disco in studio portato a compimento da quel matto di Wayne Static che anche stavolta prende in mano il new metal che ha contribuito a creare col seminale Wisconsin Death Trip e lo imbastardisce con varie influenze: dall’elettronica ai rimasugli di dark (provenienti dai precedenti Shadow Zone e Start a War).
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Chi ama i Magnum e magari non ha particolarmente apprezzato il penultimo insipido Brand new morning può benissimo interrompere la lettura di questa recensione e correre ad acquistare una copia di questo notevole Princess alice and the broken arrow.
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Dopo una serie di EP e demo rigidamente underground anche i Funereal Procession approdano al full-length, proponendo non un doom metal (come potrebbe suggerire il monicker) ma un black di matrice classica con atmosfere funeree.
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I Nailgun sono una giovane band tedesca, attiva dal 2008, fautori di un trash di matrice fondamentalmente new school ma fortemente imbastardita con soluzioni sonore dedite ad un heavy metal classico, per cui di architetture melodiche e raramente oscure o aggressive, specialmente nei ritornelli.
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Con un solo EP alle spalle datato 2008, i gallesi Lost in Thought si lanciano prepotentemente sulla scena prog metal, figlia in parte di echi provenienti dai Dream Theater ma dalla matrice imbastardita dall’assalto sonoro dei Circus Maximus, passando per le melodie catchy tipiche degli Scientic e gli affresci acustici dei Sieges Even. Per cui architetture sonore tipiche del prog ma con derive non scevre da influenze puramente metal.
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Nati oltre 10 anni fa ma solo recentemente approdati ad un 45 giri solo oggi, gli Acid Ocean sono un progetto impostato su sonorità stoner e sludge che, nelle due tracce proposte, rivela altre influenze che ne accentuano il carattere sperimentale (con punte di doom e aperture vagamente prog). Continue Reading…
Posted febbraio 18th, 2013. Add a comment