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Ricordo quando, dopo aver letto una recensione particolarmente esaltante di A time never come acquistai il cd per posizionarlo, dopo tanti e tanti ascolti, in cima ai dischi più “sentiti” (non ascoltati) di sempre. Era il 2001. A 2 anni di distanza il buon Scent of human desire non bissava il pathos del precedente, ma nemmeno si gettava in un recondito dimenticatoio come i successivi album.
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Posted dicembre 13th, 2012. Add a comment
Dopo lo splendido Pitch Black Progress tornano gli Scar Symmetry, band che tutt’oggi non ha ancora riscosso il meritato successo. Il quintetto svedese deve essersi chiuso in studio deciso a voler ingranare un’altra marcia, cercando di inglobare ulteriori elementi al suo già robusto sound, fondato su architetture che spaziano dal thrash tecnico al death metal melodico, sino a sfiorare territori progressive.
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Posted novembre 14th, 2012. Add a comment
Immenso. Non riesco ad estrapolare altro termine più efficace per descrivere la magniloquenza di questa fatica dei Monstrosity. Attivi da oltre 15 anni, irregolari nelle uscite ma costantemente capaci di siglare ottimi lavori sin dal seminale Imperial Doom imbastendo una corazzata di death un po’ brutal un po’ melodico (specialmente in questo caso), sempre tecnico e suonato con estrema perizia e gusto.
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Posted ottobre 18th, 2012. Add a comment
La sintesi dark-rock dalle sfumature pop, spezzata da (lontani) echi doom è quanto ascoltabile nei Katatonia del 2012 (e degli anni subito precedenti), arrivati nuovamente tra di noi con la bizzarra ed evocativa cover di questo Dead end kings.
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Posted settembre 20th, 2012. Add a comment
Aggiungono un altro tassello alla propria proposta musicale gli svedesi capitanati da Daniel Gildenlow, attivi sul mercato sin dal 1997 con la prima release Entropia. Dopo il controverso Be aprono le danze del 2007 con un disco, lasciatemelo dire immediatamente, inferiore ai precedenti.
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Posted settembre 11th, 2012. Add a comment
Vengono dal sud Italia i Memories of a lost soul, da una scena, come quella calabrese, alquanto avara di situazioni musicali realmente degne di nota. Dopo una serie di demo ben accolti, ma ancora non completamente maturi a causa di una line-up instabile, riescono a dar vita al full-length 7 steps to nothingness caratterizzato da un black metal con accenni death e prog, oltre che da un arricchimento sinfonico operato dalle tastiere di Bruno.
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Dopo ben 15 anni di carriera è il momento per i riminesi Hortus Animae di raccogliere in un doppio cd quello che è un pezzo importante della loro storia. Ben ventisei tracce che si muovono tra un black metal primigenio e furioso, passaggi death dal sapore alle volte progressive, atmosfere decadenti consone al gothic e spunti strumentali che variano dalle sfuriate solistiche a riff melodici composti da poche note.
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Giunti all’apice della carriera con il riuscito The Cold White Light, i finlandesi hanno deciso di sciogliersi siglando il testamento con The Funeral Album disco altalenante, vittima di idee alle volte prive di mordente e, specialmente, penalizzato da una prestazione vocale eccessivamente rauca.
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I Vision Divine, tra detrattori e fan, sono comunque esaltati un po’ ovunque come emblema di un tipo di metal tricolore, grazie non solo ad ottime prove in studio ma anche alle esibizioni live che ne hanno decretato il successo nella nostra penisola.
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L’artista svedese Andreas Hedlund, meglio conosciuto come Vintersorg (anche nei Borknagar e Otyg), ogni tanto persegue la strada solista, come in questo album dal titolo Solens Rötter uscito per la Napalm Records.
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