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Secondo full-length per i danesi Koldborn (ex Icon of Sin) che si lanciano sulla scena senza cedere a nessun compromesso: death-metal feroce e devastante condito da qualche riff thrash. Le influenze provengono da gruppi quali Hate Eternal o Suffocation per cui l’assalto sonoro è facilmente intuibile, anche se in questo senso i Koldborn avrebbero dovuto giocare su una migliore stesura dei brani proprio per evitare gli immancabili stop and go, accelerazioni o rallentamenti vari che tendono a ripetersi pedissequamente da canzone a canzone.
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Trentaquattro canzoni, oltre due ore di musica, un disco insolito nella discografia dei Dream Theater, The astonishing è un’opera rock basata su un concept fantasy che si colloca in un futuro medievale, dove la musica è riprodotta artificialmente da automi per volere di una sorta di despota, almeno fino alla comparsa di un giovane che sembra avere dentro di sé il “dono della musica”.
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Posted febbraio 8th, 2016. Add a comment
Chitarre elettriche che si innalzano come mura di cemento, urla lancinanti scagliate nel silenzio di una città erosa da un drumming preciso e martellante, avvitamenti vocali armoniosi e melodici che ricordano che in cielo vi sono ancora striature di azzurro: questo è il post hardcore degli inglesi Fightstar.
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Posted novembre 19th, 2015. Add a comment
Fautori di capolavori come Dusk And Her Embrace o Cruely And The Beast, i Cradle of filth hanno attraversato un periodo buio, nel senso negativo del termine, con Nymphetamine o Godspeed on the Devil’s Thunder, in cui il songwritting sembrava dover restare monco, inconcludente. Lontani spiragli di luce si intravedevano con Darkly, Darkly, Venus Aversa e solo con quest’ultimo lavoro i succhiasangue inglesi riescono a far sorridere i sostenitori.
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Posted novembre 9th, 2015. Add a comment
Gli Amorphis raggiungono quota dodici dischi, dodici passi che da una sorta di death impuro degli esordi li ha portati verso un heavy ricco di influenze folk e prog, senza mai dimenticare una base monolitica data da riff portanti massicci e mai anonimi. Under the red cloud sembra dare maggiore importanza al passato rispetto al precedente Circe, realizzato appena due anni prima (2013).
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Posted novembre 3rd, 2015. Add a comment
Nono album per i Symphony X e passo in avanti rispetto all’inutile Iconoclast, flagellato dalla mancata cesellatura di melodie e dal diktat del trash per forza. Con Underworld si fanno notevoli passi in avanti ma ancora la nuova form(ul)a della band si perde dietro sbavature compositive.
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Che periodo tribolato per i Rhapsody of fire (ex Rhapsody), tra lo split tra Luca Turilli e Alex Staropoli, il cambio di monicker, l’abbandono di Tom Hess, un live (Live – From Chaos to Eternity) e l’uscita del disco di Turilli (Ascending to infinity). Ma finalmente riescono a tornare in studio per questo nuovo lavoro.
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Floor Jansen (After Forever, ReVamp) è il nuovo volto e, specialmente, la nuova voce della band finlandese Nightwish. L’annuncio della separazione da Anette Olzon non ha reso facile la vita ai finlandesi ma, al contempo, ha aperto un possibile ventaglio di nuove opzioni sonore che tutti aspettavamo quantomeno con curiosità. Eliminate questo fremito dato che le novità compositive sono marginali e concentratevi sul disco … il sound non è mutato. Nel bene e nel male.
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La calda voce di Christopher Lee introduce Symphony of the enchanted lands 2 in “The Dark Secret”, annunciando una terribile profezia che riecheggia nelle lande incantate, divenendo ancor più minacciosa con i cori e i riff taglienti della vera e propria opener “Unholy Warcry”, brano velocissimo e pomposo che ben presenta questo disco dei nostrani Rhapsody.
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Il terzo capitolo della Emerald Swords saga non può che cominciare nel migliore dei modi con una intro per una volta non scontata come “Lux Triumphans” e una power speed metal song così solare e maestosa come “Dawn of Victory” che, sebbene ricalchi lo stile di tutte le opener dei Rhapsody, possiede un’energia unica e delle linee vocali a dir poco ispirate.
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