INSIDE – Trevor Sands
Trevor Sands dirige un cortometraggio thriller dal titolo: Inside. Nella scena iniziale vediamo un uomo di nome Daniel che viene scortato lungo il grigio corridoio di un ospedale psichiatrico.
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Trevor Sands dirige un cortometraggio thriller dal titolo: Inside. Nella scena iniziale vediamo un uomo di nome Daniel che viene scortato lungo il grigio corridoio di un ospedale psichiatrico.
La “Cavalcata delle Valchirie” riecheggia nel silenzio della notte, fischiettata da un soldato imponente sul suo mezzo da battaglia. E’ buio, due figure – un uomo e una donna – attendono, finché le rasoiate delle mitragliatrici non rompono la quiete … ed enormi creature nel cielo iniziano la loro battaglia.
Innumerevoli sono i film dedicati al tema degli alieni giunti in visita o pronti a invadere la terra. A partire dallo scenario prospettato negli anni ’50 sullo stile de Gli alieni sono atterrati a quello degli anni ’80 con E.T., passando attraverso il filone seguito negli anni ’90 sulla scorta di Independance Day, arrivando fino ai giorni nostri con District 9.
Crudo e demenziale sequel di Necro Files, su cui non vale la pena indugiare. Logan, lo zombie che nel primo capitolo era stato sconfitto da due improbabili poliziotti, ha un fratello: Greg. Quest’ultimo è un ubriacone sadico assassino, un cannibale pazzo furioso.
Un segreto scottante, una donna in pericolo con un corpo da urlo (esposto da tutti punti di vista) e degli omicidi efferati, questi gli ingredienti principali della sconcertante opera di quel genio perverso chiamato Sergio Martino. Lo strano vizio della signora Wardh si puó considerare come il primo capolavoro del genere firmato da Mr. Martino il quale, a soli 29 anni, e con una ben magra esperienza cinematografica alle spalle, si butta a capofitto in un lungo metraggio che é ormai diventato culto per gli appassionati del genere.
Il Fantasy Film Festival 2010 ha fatto da cornice alla presentazione del secondo film da regista di Federico Zampaglione: SHADOW. In quel di Orvieto io e Paolo Corridore abbiamo incontrato il regista per fare una chiacchierata il giorno dopo la visione del film. La disponibilità e simpatia del regista sono contagiose e le parole volano via rapidamente mentre si avvicina l’ora della premiazione in teatro. Buona lettura.
George è un ricco industriale che invita un gruppo di amici a passare un weekend su di un’isola deserta, con lo scopo di parlare di un grosso affare. L’atmosfera si surriscalda quando uno degli invitati, il professor Farrel, si rifiuta di vendere il brevetto di una sua nuova scoperta, ma è solo l’inizio di una discesa verso una sequenza di omicidi che vede cadere gli invitati … come bambole prive d’anima.
Un gruppo di extraterrestri (dalle fattezze sin troppo simili a quelle umane) arrivano sulla terra con intenzioni pacifiche. La loro missione è quella di avvisare l’umanità dell’esistenza di una terribile arma di distruzione in loro possesso: la bomba solare. Se attivata, questa bomba, sarebbe in grado di distruggere l’intero universo.
La prima intervista raccolta durante il festival di Orvieto, il Fantasy horror award 2010, si svolge con Nicolas Winding Refn, regista che ultimamente sta mietendo successi ovunque col suo VALHALLA RISING, epico affresco con dure pennellate rosse che mescola mito, storia e leggenda. Da poche ore approdati ad Orvieto, io, Paolo Corridore e Mariangela Celiberti ci imbattiamo in un Refn visibilmente provato dalle notti passate in bianco a causa dei figli che non lo lasciano dormire (come lui stesso ammette), tuttavia si risveglia proprio nel momento di raccontare ciò che si nasconde dietro le pieghe del suo film.
In un teatro – il Museum of Wonders – sospeso a metà tra la vita reale e il sogno, troviamo lo specchio delle nostre stesse vite, troviamo la farsa delle nostre più grandi paure. Quali spettatori di vanità e orrori, ridiamo, ci meravigliamo, ci disgustiamo di nani, storpi, ballerine, divi, e altri personaggi che ruotano all’interno di questo luogo lontano dal consueto senso del pudore. Forse non rideremmo più con tanto gusto se pensassimo, per un secondo, a noi come trasfiguranti di quelle mascherine, di quei personaggi … nella vita di tutti i giorni.