FICHES – Marco di Gerlando
Un corto brevissimo dalla sinossi altrettanto breve: due uomini, una pistola, delle fiches. Parte la roulette russa, inevitabilmente uno dei due muore.
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Un corto brevissimo dalla sinossi altrettanto breve: due uomini, una pistola, delle fiches. Parte la roulette russa, inevitabilmente uno dei due muore.
Non sempre “la notte porta consiglio”. Una volta varcata la soglia del proprio mondo onirico, come letteratura e cinema horror insegnano, è facile rimanere vittima di una trappola pericolosa piazzata fra lenzuola e cuscino dal nostro stesso subconscio.
Immergersi negli abissi inquieti della mente visionaria di Lynch è sempre opera complessa e delicata. Come delicato è il compito di valutare a ritroso nel tempo le primissime prove di quello che, nel corso degli anni, è stato declamato indiscutibilmente come il percorso artistico di un genio.
Decisamente Mario Bava doveva avere una fissa con le vecchie, in quasi tutti i film del maestro si ritrova una vecchia megera, spesso e volentieri nel parte del mostro di turno (I Tre Volti della paura, Operazione Paura), qualche volta come elemento di inquietudine (la vecchietta morta in La ragazza che sapeva troppo) e, altre volte, in apertura del film a snocciolare terribili profezie come nel caso di questo “Viking movie” che vede protagonista il muscoloso attore americano Cameron Mitchell.
Un uomo scrive delle memorie, ultime righe lasciate come speranza ma anche come monito. Solo, di fronte ad una scrivania mentre il mondo fuori crolla distrutto da un male inarrestabile.
Proprio quando pensavi di averle viste tutte, ecco che dagli anni ’70 ti spunta questo assurdo cult di William F. Claxton in cui una colonia di conigli mutanti frutto di esperimenti genetici, si ingigantisce a dismisura e comincia a divorare, prima il bestiame e poi le persone.
Non capita tutti i giorni di imbattersi in un cortometraggio nel quale sceneggiatura, regia, interpretazione, make-up, effetti speciali e post-produzione sono curati tutti dalla stessa persona. Si tratta di una ragazza camaleontica che ha scelto lo pseudonimo di Zombiekiara e ha un canale su Youtube dove pubblica video decisamente diversi da Lei ha la chiave, improntati sulla comicità e sul sarcasmo, nei quali la parola d’ordine è ridere.
Un college in mezzo a una foresta. Un rito di benvenuto per la nuova arrivata. Una ragazzina in una bara muore bimba e rinasce simbolicamente (è il caso di sottolinearlo?) donnina pronta ad affrontare le piccole difficoltà e le grandi sfide che la vita le impone. Ogni elemento infantile comincia a perdersi dietro regole, solitudini e tristezze.
Non benedirò mai abbastanza internet per avermi fatto finalmente trovare e vedere questo cultissimo della mia gioventù. Avete presente quei film di cui avete solo sentito parlare o ne avete visto migliaia di volte la locandina al cinema ma non siete mai potuti entrare al cinema a vederlo perché eravate troppo piccoli?
Una donna sola in macchina, braccata da uno stupratore, Alex (David Hess), che la immobilizza e getta nella vergogna e nel dolore. Due ragazzi borghesi incontrano le persone sbagliate in un’officina, Alex e il suo amico un po’ tonto Ricky (Giovanni Lombardo Radice), e hanno la pessima idea di invitarli ad una festa.