LA PARTITA LENTA – Paolo Sorrentino
Tre maestri del cinema italiano (Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores ed Ermanno Olmi) hanno partecipato al progetto cinematografico PerFiducia, realizzando un cortometraggio ciascuno sul tema della fiducia.
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Tre maestri del cinema italiano (Paolo Sorrentino, Gabriele Salvatores ed Ermanno Olmi) hanno partecipato al progetto cinematografico PerFiducia, realizzando un cortometraggio ciascuno sul tema della fiducia.
Una vacanza in barca tra amici viene improvvisamente scossa da un violento nubifragio che costringe la coppia ospite, formata da Paul e Barbara, a cercare aiuto e riparo nel paese più prossimo, approdando così presso Inboca, località sulla costa Spagnola, apparentemente priva di particolare interesse, se non un terribile segreto celato nella storia di ogni suo abitante.
Sulla cima di un promontorio a picco sul mare, una nonna insegna pazientemente alla nipotina a suonare il pianoforte. All’improvviso uno stormo di corvi riempie il cielo e investe le due donne: la Morte appare per portare con sé l’anziana. La donna scruta l’essere che le si è parato di fronte; nel suo sguardo si legge fuggente l’accettazione … senza ombra di rimpianto.
Pazzesco. Non c’è altro aggettivo per definire il cinema di Alberto Cavallone, regista ultra underground italiano degli anni ’70, ancor oggi autore di nicchia e di culto (per pochi). Il suo è un cinema sgradevole, scomodo e per niente rivalutato nel tempo, per quanto i suoi film siano avanti anni luce rispetto ai tempi moderni.
Tre giovani rampolli della media borghesia romana viaggiano in auto, in compagnia di due giovani turiste venute dall’est: destinazione un rave, organizzato nel mezzo di un bosco. Tutto sembra procedere per il verso giusto, il viaggio dà modo ai giovani di rompere il ghiaccio e il tempo svela un feeling tra i due dei giovani protagonisti.
Lungometraggio indipendente prodotto da OpenCinema e Apocalypsis, Bloodline è l’ulteriore riprova del fatto che il “nostro” cinema di Genere [Horror, in questo caso], non si è estinto ma, nonostante sia pervicacemente combattuto negli ambienti mainstream, continua a rimanere uno dei più nutrienti foraggi per giovani registi indipendenti, nel bene e nel male.
Cena di Natale in famiglia. Una coppia dai modi affettati e leziosi segue i canonici rituali del caso. La figlia diventa testimone disgustata da quanto avviene. Il nipote vittima di angherie con una mente deviata dai soprusi chiede aiuto a Babbo Natale e, come nelle migliori storie di Natale, Babbo Natale arriva … munito di anfibi, piercing e mitra.
Un uomo, un guerriero, di lui ci vengono fornite solo poche sparute informazioni, tra cui il nome: One-eye. Il suo unico occhio carico di emozioni e risentimento, è capace di comunicare cose che la semplice parola, da sola, non riuscirebbe a fare.
Anche in certe produzioni low-budget possono nascere idee interessanti pur supportate da effetti e trucchi assolutamente modesti. È il caso di questa pellicola diretta da Roy Del Ruth e scritta da Orville H. Hampton e dalla quale è stata tratta l’ispirazione per uno dei più inquietanti comprimari di Spider-Man, ovvero Lizard.
Da più parti mi era giunta la segnalazione di questo cortometraggio francese ad opera dell’allora trentenne Jan Kounen che raggiungerà il successo tre anni dopo con Dobermann. La storia parte dal ritrovamento di una statuetta azteca in Messico che il travestito Francesca (Michel Vuillermoz) regala alla sua vicina di roulotte (Valérie Druguet).