APART – Ryan Montoya
La natura umana sin dal principio ha presentato una infallibile legge … quella del più forte. Oggi cosa fa più paura? L’umana incomprensione o il mostro oltre al recinto?
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La natura umana sin dal principio ha presentato una infallibile legge … quella del più forte. Oggi cosa fa più paura? L’umana incomprensione o il mostro oltre al recinto?
Nel grigiore metropolitano di una città deserta e asettica, un uomo si fa largo a passi nervosi e repentini in un susseguirsi di vie chiaramente famigliari, lungo le quali impera un silenzio assordante.
Un bacio. Una stretta di mano. Un semplice abbraccio. Sappiamo tutti che basta poco per essere infettati da un virus. Ma questa volta non è un virus qualunque. È il morbo di Gerber, una nuova patologia che ha tutta l’aria di non essere la solita influenza. Una troupe televisiva decide di girare un documentario per cercare di capire meglio di cosa si tratti.
L’accensione di una lampada provoca il risveglio di una bambola Voodoo, che realizza improvvisamente di dover trovare il coraggio per salvare le sue piccole compagne da un destino annunciato.
Argomento quanto mai attuale quello affrontato da Perversao: un multimilionario stupra una giovane donna e ne conserva un souvenir. Il crimine non viene punito dalla giustizia che assolve il commendator Vittorio per mancanza di prove.
Un foro in una grata, unico spiraglio da cui poter trarre respiro e tentare di osservare il mondo esterno. È questo il destino a cui Devon ha ridotto una donna … Susan, la sua ex moglie.
Un cimitero. Un uomo con un cappello da cowboy cammina con un mazzo di fiori. Uomini armati iniziano a scivolare tra le tombe in un paesaggio desertico. Il sole traccia una linea obliqua scintillando sulle pistole nascoste dai fiori, che in un gesto rapido sono gettati a terra … e gli spari rompono il silenzio.
Un giovane viene privato della sua libertà da due malviventi che lo rapiscono scambiandolo per l’erede di una ricca famiglia. Segregato e legato ad un letto in uno spazio scarno al di là di tutti i vizi e confort quotidiani egli avrà tutto il tempo per riflettere sul proprio passato, sugli sbagli e i rimpianti che compongono molto spesso la vita di ognuno di noi.
Una coppietta (Sarah e Jake) si apparta dentro una tenda, il terzo della compagnia (Dave) li lascia soli andando a raccogliere della legna. La foresta (ancora) illuminata dal sole sembra avvolgere in un morbido tepore i tre amici, fin quando l’aulica atmosfera viene spezzata da suoni e visioni che turbano Sarah sino a tramutarsi in presagi di morte.
Commedia acida, metropolitana; rielaborazione alcolica del mito di Burke&Hare [di recente rilavorato anche da John Landis nel suo Ladri di cadaveri, 2011], Bumba Atomika [2008], di Michele Senesi, è un film eccessivo, decisamente politically-uncorrect, dove la peggiore forma di violenza, quella compiuta con indifferenza, viene proposta come gioco scanzonato, proposito manageriale di giovani spiantati, eclettico modo per racimolare gli spicci quotidiani utili per non astenersi alla propria irrinunciabile dose di vino quotidiana.