CALL ME – Giuseppe Scionti
Realizzato come prova finale del Corso di Specializzazione per un Approccio Professionale al Cinema “Fare un Film” 2010, Call me di Giuseppe Scionti si pone [e lavora per calare gli spettatori] nell’intersezione di due insiemi che potremmo chiamare “Realtà” e “Sogno”.
Proprio con le definizioni dizionaristiche di questi due mondi si apre il corto, misto di animazione e recitazione simil-fotoromanza rielaborata in digitale, che narra l’infausta giornata dell’anonimo protagonista [interpretato da Domenico Bisazza] costretto a rivivere, in viaggio tra sogno e realtà [e ritorno]: il riposo su un divano, la fine di un amore, una brutta caduta dalle scale e la rottura di una caviglia.
Il tutto osservato in maniera sorniona da un giovane Stanley Kubrick [omaggio da ideologico allevo?] che osserva il tutto dalla copertina gialla di un libro posato in terra vicino al divano. Buona la prova drammaturgica del regista-autore Giuseppe Scionti, che realizza anche il montaggio e le animazioni digitali del corto, tutta giocata sulle ripetizioni di scene, fatti e conseguenze, rilette di volta in volta da un punto di vista differente, con l’acquisizione di nuove informazioni o col passaggio da un “mondo” all’altro.
Meno interessante, e decisamente meno riuscita, la ricostruzione digitale della realtà in cui i fatti si svolgono, fatto di palazzoni continuamente straziati dalla pioggia battente [parliamo delle inquadrature esterne alla stanza con il divano su cui il giovane riposa, quindi strade, palazzi, corridoi, scale]. Si legge, fra le righe, l’intento dell’autore di creare un mondo sospeso e “diverso” ma comunque profondamente legato a quello reale, ma la bassa qualità [dovuta probabilmente al budget] non ci fa volare oltre il vecchio videogioco anni ‘80.
In summa una buona prova scolastica, ma che non riesce a trascendere da questo seminato.
VOTO: 4.5/10
Regia, montaggio, sceneggiatura e animazione: Giuseppe Scionti
Con: Domenico Bisazza
Prodotto da: Associazione Culturale Arknoah
Italia, 2010