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BUBBA HO TEP – Don Coscarelli

Written by Paolo Corridore

Ci sono personaggi che per quanto si sforzino non possono fare a meno di essere dei miti. Queste persone vengono accostate alle semidivinità dell’antica grecia e, per il loro carisma o per la loro arte, hanno saputo unire i popoli nella loro adorazione.

L’Arte è potente è superiore al mortale uomo, sopravvive ai secoli, alle intemperie e rimane incisa nella memoria delle persone. Molto spesso questi miti sono diventati tali perché avevano quella luce particolare in fondo agli occhi, assente in molti esseri umani, o semplicemente hanno incarnato in maniera completa un determinato periodo storico. La gloria è un frutto molto dolce ma con il tempo anche il più bello dei giocattoli annoia ed entrano in gioco tutta una serie di problematiche relative alla gestione di un personaggio pubblico che diventa ingombrante più di un autobus.

Tutti si aspettano qualcosa, tutti vogliono qualcosa perché si sa che dal momento che una persona diventa personaggio pubblico ella non appartiene più a se stessa ma al pubblico, che ne decreta successo e fallimento. In poco tempo l’oro non splende più e ciò che era dolce rivela tutto il suo retrogusto amaro e la migliore delle amanti si mostra in tutto il suo cinismo. Ciò che prima sembrava ragione di vita, il successo, diventa quello che è in realtà un’etichetta sbiadita con un nome sopra. Come uscire fuori da quello che sembra un gioco ad incastro? Semplice, morire!

Elvis Presley, il Re, non ha certo bisogno di presentazioni. Ovunque vada la fama lo precede ma, nonostante sia circondato da persone che dicono di amarlo, egli si sente solo come un cane e decide di farla finita. Il Re deve abbandonare la sua corona, la targa di mito gli va stretta e vuole cedere lo scettro a qualcun’altro, un sosia che prenda il suo posto. Una scelta tutt’altro che semplice perché abbandonare non solo il proprio successo, duramente guadagnato, ma la propria vita, la propria moglie, figli e amici non è uno scherzo però finalmente può dirsi libero, può andare in giro senza quella cortina fumogena di persone che ormai lo stavano asfissiando e può dare valore ad ogni singolo gesto non perché è un nome, un marchio, ma semplicemente perché esiste in quanto uomo.

Gli anni passano il finto Elvis è morto, come sappiamo molto bene, e quello vero si ritrova in una casa di cura con le rughe che avanzano e la prostata che chiede pietà. Il suo unico amico è un negro che si crede J. F. K., “Ma Kennedy non era negro!” “Mi hanno fatto un’operazione” risponde quest’ultimo!

Le due grandi celebrità in pensione si ritrovano a tirare le somme di una giovinezza piena di fasti, ridotti a trascorrere una vecchiaia alle prese con padelle, pappagalli, cateteri e infermiere che li guardano come se avessero cinque anni e se la fossero appena fatta addosso. A togliere un po’ di ruggine dalla loro monotona esistenza ci pensa un antico spirito egizio, Bubba Ho Tep, divinità capace di estirpare l’anima dal corpo di ogni essere umano facendola passare per il buco del culo!

Joe Lansdale equivale a quel cantante che riesce a spaziare dalle note più basse a quelle più alte con una facilità a dir poco sorprendente. La gamma di colori ed emozioni che riesce a regalare utilizzando un linguaggio semplice, colloquiale, o seduce il lettore o lo disgusta. Stranamente ha firmato pochissime sceneggiature pur essendo uno degli scrittori di genere più affermati, da un bel po’ di tempo a questa parte. Bubba Ho Tep è uno di questi film, diretto da Don Coscarelli che con un budget ridicolo (un milione di dollari) dimostra ancora una volta che i grossi soldi non sono indispensabili se si hanno sceneggiature solide e attori altrettanto solidi a sostenerle.


Attori del calibro di Bruce Campbell che, in questa pellicola di 92 minuti, ci dimostra tutta la sua classe e la sua poeticità e senza bisogno di computer grafica o di inforcare occhiali 3D. Poesia, delirio ma anche trash anni 80, Bubba Ho Tep è una di quelle alchimie che non si spiegano ma avvengono e meno male che ci sono. Si vocifera da tempo di un seguito che (pare) dovrà uscire proprio quest’anno e si chiamerà Bubba nosferatu: Curse of the she-vampires.

VOTO: 7/10

Regia: Don Coscarelli
Cast: Bruce Campbell, Ossie Davis, Ella Joyce, Heidi Marnhout, Bob Ivy, Edith Jefferson, Larry Pennell
Usa, 2002 

Posted in Cinema and Film and Indie and Medio/Lungometraggio and Pulp/Noir by Paolo Corridore on novembre 2nd, 2011 at %H:%M.

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