BREAKING BAD – Season 5
Resa dei conti. Walter White deve scontrarsi con la verità, con l’impossibilità di mantenere viva la sua doppia identità, con quella che sembra la fine dei giochi. E l’uomo simbolo della sconfitta è proprio il cognato Hank che, dopo mesi e mesi di ricerche forsennate, di corse rasenti alla verità, trova l’elemento chiave della vicenda per puro caso, mentre si trova seduto sulla tazza del water dell’uomo che ha sempre avuto vicino, di fronte ai propri occhi.
Mentre i tasselli si riuniscono, l’amicizia tra Walter e Jesse Pinkman si sfalda sotto i colpi del tradimento, del doppiogiochismo, in un innesto di nervosismo che lentamente porta i due a scontrarsi in una partita dove l’uno può divenire vittima dell’altro in pochi istanti, sotto un fuoco incrociato dove le rispettive ragioni si scontrano contro un muro di tradimenti e paure che non possono che inghiottirne i destini …
Breaking bad stagione 5 termina egregiamente uno dei migliori serial di sempre, un capolavoro totalmente folle e disturbante, ironico e giocoso quanto terribile e abominevole nella sua (apparente) semplicità e capacità nel traghettare tra il bene e il male, confondendo chi guarda al punto da non comprendere più la linea di confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Vedere i destini di Walter, Skylar e Jesse giungere ad un epilogo lascia senza fiato, specialmente al ricongiungersi degli eventi dipanati sin dalla prima stagione, in una sorta di maturazione fisica quanto emotiva di personaggi per cui è facile parteggiare così come deprecarne le azioni. E il più grande risultato di Vince Gilligan è proprio questo: delineare personaggi veri, senza alcuna distinzione tra antagonista e protagonista, ricolmi di rimorsi e paure, amore e odio, passione e apatia.
Veder sfuggire come sabbia tra le dita tutto ciò per cui Walter ha lavorato (giustamente? Per egocentrismo o per la famiglia?) spinge a voler gridare con l’uomo, vedere una Skylar chiusa in quattro strette mura a ridurre a mozzicone sigaretta dopo sigaretta, Jesse riempire i polmoni di fumo espirando la propria vita, non può lasciare indifferenti. E se i nuovi personaggi Todd e Lydia divengono pedine per incastonare gli ultimi mattoncini, le corse senza sosta, gli inganni intessuti con le ultime forze, gli abbracci, le fasulle strette di mano, gli sguardi persi nel rimorso e i cuori devastati dalla tragedia, non possono che elevare a simbolo di dolore intere vite perse alla ricerca di un quid la cui essenza brucia la pelle come l’anima. Cult.