BIANCANEVE E IL CACCIATORE – Rupert Sanders
Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame? è la celebre frase pronunciata dalla strega Ravenna (Charlize Theron) di fronte allo specchio magico. In punto di morte sua madre, strega anch’essa, le rivela che fino a quando la sua giovinezza rimarrà imperturbata, potrà continuare a prosperare e a guidare il suo regno per molto tempo; e solo una fanciulla, la predestinata, colei che le è superiore per bellezza ma, soprattutto, per purezza d’animo, potrà insidiarle il trono.
La fiaba di Biancaneve e i sette nani è nota a tutto il pubblico, dai bambini a chi bambino non lo è più, incluso il produttore di Alice in wonderland che, sospinto dall’incredibile successo commerciale del film di Tim Burton, cerca di rivedere questo mito, tingendolo con colori dark e rendendolo esteticamente pregevole, ricco di tonalità scure se non per qualche virata sul rosso sangue. La trama, non potendo da sola reggere 127 minuti, diventa automaticamente la pecca più grave di Biancaneve e il cacciatore, sospingendo la sensazione che in più punti la linea narrativa della fiaba sia stata “pompata” ad arte per superare le due ore di film.
La presenza di Chris Hemsworth (Thor) nei panni del cacciatore costituisce l’unica vera novità a livello di plot, permettendo qualche (modesto) guizzo di sorpresa in più rispetto alla trama originale. La biancaneve di turno dalla pelle bianco latte, invece, è la Bella di Twilight (Kristen Stewart), ormai regina del box office. Degne di nota i vari cameo di attori cult che interpretano i sette nani, da uno strepitoso Bob Hoskins agli ottimi Nick Frost e Ian McShane. Oltre la presenza scenica e l’impianto scenografico, ciò che si cela dietro le quinte è cosa nota: Hollywood scarseggia di idee ed è costretta a riesumare storie dall’armadio polveroso dell’infanzia , proponendo trame dove riecheggia una certa atmosfera contornata da una sorta di deja-vu di fondo o, addirittura, come in questo caso, operando un vero e proprio remake. Tuttavia sarebbe eccessivamente banale attribuire solo alla scarsità di idee la natura di queste operazioni di restyling. Da sempre si è sentita l’esigenza di rendere attuali, e quindi vicine allo spettatore, storie che altrimenti sarebbero troppo distanti da un linguaggio o simbolismo al passo coi tempi, per cui non vogliamo essere troppo rigido con questa tipologia di prodotti, certo molto commerciali, ma pur sempre di ottima fattura.
La fiaba di Biancaneve non è stata snaturata, sia nello spirito che nel messaggio di fondo. Per quanti artifizi si vogliono adottare per raggiungere il potere, il controllo delle masse, al solo scopo di alimentare quella gigantesca bocca che è l’ingordigia che alberga in ognuno di noi, alla fine il sentimento puro e la bellezza interiore, sono sempre il vero motore che smuove i popoli. Non è la pelle (più) bianca, pulita, senza imperfezioni ad alimentare il sacro fuoco dell’anima, quella perfezione è puramente estetica, fredda, asettica, incapace di perdurare senza confini come la bellezza d’animo.
Biancaneve è il cacciatore è un film che non annoia e, soprattutto, per un attimo ci fa dimenticare le atmosfere troppo melense dei vampiri “vegani” di Twilight.
Uscita in sala 11 luglio 2012