BEHIND THE CROSS – Tomi Kerminen
Padre Michael (Tomi Kerminen) è un prete che non segue esattamente la via del Signore, piscia in faccia a Piggy Boy (Petri Niemi) per svegliarlo e scagliarlo alla ricerca di una vittima sacrificale, che verrà trovata in una giovane fanciulla, prova estremo piacere nel crocifiggere donne indifese e … adora utilizzare il martello.
Padre Michael non ha trascorso una infanzia propriamente felice, vittima di abusi e tenuto in disparte in famiglia, trova realizzazione nel crocifiggere il padre, riprendendo tutto per futura memoria. Mentre gli omicidi proseguono, un reporter (Ulli Lommel) tiene aggiornata la città sugli orrori che la stanno ferocemente colpendo.
Tomi Kerminen è una sorta di one-man-band che dirige, scrive, recita e produce i suoi film, tentando di mescolare la passione per l’horror di deriva più gore con un mood drammatico che riesce a donare un velo di originalità che non guasta mai, nemmeno nelle opere indipendenti. In meno di un’ora raccoglie diverse efferatezze, molti nudi sostenuti da una lascivia da non sottovalutare e una trascinante colonna heavy metal che ancor di più dona un flavor ottantiano a questo Behind the cross. Peccato che non tutto funzioni.
Se da un lato è lodevole lo sforzo di Kerminen di creare un impianto visivo inusuale utilizzando riprese inaspettate e punti di vista innovativi, dall’altro sembra aver posto molta poca attenzione alla cura degli elementi basilari del cinema, dalla direzione degli attori (eccessivamente lasciati scorazzare per le scene senza guida) alla stesura di un soggetto interessante o alla caratterizzazione della sceneggiatura. Quindi pollice verso il basso per Behind the cross ma decisa attenzione verso un regista che può (e deve) fare di più.