BEASTS OF SOUTHERN WILD – Benh Zeitlin
A Bathtub, nel sud della Louisiana, vive una poverissima comunità tagliata fuori dal mondo in seguito alla costruzione di una diga. Qui vivono la piccola Hushpuppy ed il padre, Wink. Il senso di adattamento della piccola, insieme al desiderio di riabbracciare la madre perduta e al carattere rude del padre, la spingono a immaginare un’invasione di creature preistoriche, gli auroch, che presto arriveranno a Bathtub.
Primo lungometraggio di Benh Zeitlin, questo Beasts of southern wild racconta con stile documentaristico un dramma vissuto da una bambina che cerca di celare il proprio dolore attraverso la fantasia. Il taglio documentaristico più che filmico contribuisce a tracciare una patina di realismo alla pellicola, lasciandoci sentire più vicini al mondo (disadattato) dove una bimba è costretta a crescere. Una comunità solcata dall’istinto di sopravvivenza come unica arma per affrontare le giornate, istinto che disegna caratteri ruvidi, segnati dalla malattia. Proprio la ricerca della madre non diventa solo desiderio di Hushpuppy di abbracciare il genitore e trovare conforto, ma anche mezzo curativo per il padre sempre più destabilizzato da un male che lo sta erodendo dall’interno.
In quest’ottica Beasts of southern wild diviene un toccante racconto che ruota intorno alle speranze ed ai dolori di una comunità vista attraverso gli occhi fieri e coraggiosi di una bambina, che trova conforto tra le braccia di un padre, mentre gli auroch, direttamente provenienti dal Polo sud ormai in fase di decongelamento, corrono furiosi verso Bathtub, per rendere omaggio ad un piccolo nucleo familiare. Ottimo esordio per Beasts of southern wild, commovente e sognante, uno dei migliori lavori del 2012.