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BATMAN IL CAVALIERE OSCURO – Christopher Nolan

Written by Giulio De Gaetano
RANK: 8/10

Gotham City sta assistendo ad un periodo di relativa tranquillità grazie alla presenza di Batman. Il procuratore Harvey Dent tenta, nel mentre, di tagliare le gambe alla malavita insieme alla compagna Rachel Dawes, ex donna di Bruce Wayne. I fragili equilibri costruiti dopo anni di lotta iniziano a traballare quando in città giunge lo psicotico Joker, che prende in mano le redini della malavita focalizzandola contro un obiettivo comune: colui che ne ha arrestato violentemente l’ascesa, il Cavaliere Oscuro.

Bruce Wayne deve affrontare non solo un nemico dalle spaventose risorse e dall’affilato ingegno ma, specialmente, un dramma interiore che lo vede lottare contro il suo alter-ego alla ricerca di risposte che solo il dolore potrà mostrargli.

Quando ci si trova di fronte ad un’icona, in questo caso un supereroe, come Batman è impossibile scindere l’analisi sia dai capitoli cinematografici che lo hanno preceduto che, specialmente, dalle influenze che il personaggio ha inciso nel corso della gioventù di chi scrive (e di molti che leggono probabilmente). Per cui di fianco ai canonici parametri oggettivi, non scandalizzatevi nel leggere impressioni meramente personali; non riuscirei mai ad essere imparziale.

Batman fa parte di quella vasta schiera di personaggi appartenenti alla DC Comics (ma altrettanti se ne trovano nelle parallela Marvel) che offrono diverse chiavi di lettura, ognuna precisamente destinata verso un determinato target. Nei primi due capitoli firmati da Tim Burton, il personaggio creato da Bob Kane ha innestato dentro se caratteristiche ambivalenti: il lato prettamente fumettistico (accessibile anche ad un pubblico non adulto) ed il taglio dark (in parallasse al precedente). La parabola tratteggiata da Burton copriva la sofferenza dell’eroe e la tragedia che si annidava dietro le sue scelte, abbracciando un carattere grottesco che plasmava la materia in maniera quasi espressionista; nasceva conseguentemente una Gotham City buia e claustrofobica.

L’eroe visto da Clive Nolan viene inghiottito in un miasma metropolitano, fagocitato dall’insoddisfazione del cittadino comune, leso nella sua intimità, umanizzato. Germoglia così una Gotham City diurna, che mostra la sua pena sin dalle prime luci dell’alba sino ad eclissarsi al calar della notte, immersa in un dolore perenne che cade non solo sugli spicchi di terra ravvivati dalla luna. La contestualizzazione della figura dell’uomo pipistrello ci lascia intravedere aspetti del suo carattere fallibili e coscienziosi, ponendo sullo stesso piano uomo ed eroe. Dove in Burton presenziava il grottesco in Nolan emerge l’ironia (mai spicciola); dove l’oscurità relegava l’uomo/eroe nel suo mondo interiore qui lembi di sole irradiano i volti segnati dalla sofferenza. La stessa figura del Joker riprende in parte il percorso tracciato da Nicholson per poi evolversi in una nemesi che, come tale, risulta imprescindibile per l’esistenza stessa di Batman (vedere il finale a tal proposito). In tal senso paragonare i quattro film (i primi due di Burton e gli ultimi due di Nolan, bypassando gli inguardabili capitoli centrali) perde ogni significato proprio perché la codifica utilizzata per tradurre in immagini il personaggio è fondamentalmente diversa.

Una girandola di situazioni che non rallentano il ritmo, un vero e proprio vortice di figure secondarie che influiscono pesantemente durante lo scorrere degli eventi, vittime di un burattinaio dall’ingegno fine e tagliente come Joker. Quest’ultimo gode non solo di una interpretazione sopra le righe, ma anche di una caratterizzazione al contempo gigionesca e ferale, il tutto supportato da un look bisunto e lascivo. Togliamoci immediatamente il dente marcio: prima di vedere la pellicola ero convinto che l’osannazione di Heath Ledger si rivelasse più dovuta alla tragedia che alla reali capacità. Mi sbagliavo. Perfetto nel ruolo: esagerato quando occorre, perverso e infido sempre, burlesco prima di colpire. Lo sguardo e le movenze colpiscono, lasciando intuire il grandissimo lavoro preparatorio svolto dall’attore. Complimenti.

Il Batman interpretato da Bale riprende le movenze malinconiche tratteggiate in Batman Begins, in un dualismo con l’alter ego Bruce Wayne il cui confine è estremamente labile. Disillusione e patimento il fulcro intorno a cui ruota l’anima dell’eroe, importanti scelte da prendere che non sempre si rivelano giuste, alle volte fatali. Aaron Eckhart veste i panni che furono (malamente) indossati da Tommy Lee Jones, personalizzando prima il procuratore Harvey Dent, vera e propria icona per una Gotham City immersa nella criminalità, e poi il furioso Due Facce. Se il personaggio di Dent ingloba tutte le aspettative che Batman non è riuscito ad assorbire, Due Facce rovescia la medaglia ed assorbe il male da un informe pozzo nero che permea l’atmosfera con le sue malsane esalazioni. Anche se ben interpretato, il travagliato corso che trasforma Dent nel suo alter-ego risulta uno dei punti deboli del film, eccessivamente abbozzato negli eventi, se non nella spiegazione che ne da Joker stesso. Uno dei pochissimi punti deboli.

Tanta azione e scene ad altissimo contenuto adrenalinico che, pur non perdendosi in scontate sparatorie o scazzottate dal sapore hollywoodiano, mantengono viva la tensione in un crescendo corale che investe protagonisti come figure secondarie. Interessante il cingolato (già visto in Batman Begins) pilotato da Batman, ormai vero e proprio sostituto della classica Batmobile, così come la moto che si distacca da esso. Situazioni sempre egregiamente dirette da Nolan.

Forse una maggiore cura nelle coreografie avrebbe giovato, ma non temete, la spettacolarità non manca. Il costume dell’eroe invece subisce ancora una volta delle modifiche, perdendo in compattezza ma guadagnando in agilità, basta osservare delle foto di scena per comprendere come in realtà non abbia subito molte variazioni rispetto alla precedente versione. Un film su un supereroe in costume che muta in dolorosa tragedia umana, seguendo le crepe irregolari delle cicatrici stampate in un amaro sorriso: quelle del Joker. Da non perdere.

RANK: 8/10
Regista/Director: Christopher Nolan
Cast: Christian Bale, Heath Ledger, Gary Oldman, Michael Caine, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman
Usa, Inghilterra 2012

Posted in Azione and Drammatico and Top movie by Giulio De Gaetano on maggio 13th, 2014 at %H:%M.

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