SCOPAMI – Coralie Trinh Thi, Virginie Despentes
Manu e Nadine vivono superficialmente le loro giornate, dedicandosi alla droga, all’alcool e al sesso. Prive di responsabilità e di ragionevolezza, vengono spesso redarguite dai loro rispettivi fratelli, ma inutilmente. Il loro modo di fare le porta in compagnia di un branco di deficienti che le violenta.
Tornate a casa, confidano la violenza ai famigliari ma le due non trovano comprensione, solo ulteriori accuse. Pressate dagli eventi, le ragazze danno di matto, uccidendo fratello e sorella in un’incredibile contemporaneità, fuggendo via senza (apparente) meta.
Involontariamente spinte dallo stesso ragionamento e dagli stessi comportamenti, le due ragazze si incontrano in metropolitana, troppo tardi per l’ultimo treno, decidendo così di darsi alla fuga in macchina. La necessità di soldi le porta a rapinare e uccidere, trasformandone la fuga in una sorta di vendetta personale.
Nei rari momenti in cui non sono bevute o fatte, si fermano a pensare quanto sia difficile proseguire così, senza alcuna punizione ad attenderle dietro l’angolo. Visto che il pensare le fa soffrire e dormire poco, trovano un rimedio più piacevole del Jack Daniel’s … si prefiggono di copulare il più possibile, “bisogna scopare, non fa pensare e fa dormire bene …”. Sempre più assuefatte al sesso e al sangue, ormai sbroccate del tutto, firmano il loro ultimo capolavoro in un club a luci rosse, compiendo una strage.
Voglia di ribellione, di disobbedire agli uomini, di farsi valere. Dopo l’ennesimo sopruso, le ragazze rivendicano la loro indipendenza, la loro stessa forza. Facile con le pistole in mano e il corpo in bella vista. Le protagoniste sono immature, così come le registe, che ci presentano un film che si avvicina moltissimo al porno. Scopami è un film on the road che, se pur mosso da intenti anti-maschilisti (diverso da femministi), sembra mostrare in un lato negativo le donne stesse; cretine, puttane, ubriache, la cui dignità è al livello più basso.
Le ragazze hanno possibilità di scelta ma, fin dall’inizio, scelgono la via peggiore. Le registe mostrano due donne che si sentono fiere di essere riuscite ad ottenere la parità dei sessi con le armi e la sessualità, peccato che suoni anacronistico in quanto parità dei sessi non equivale ad essere sporchi e bastardi come gli uomini.
Come non trovare piacevole il fondoschiena di Karen Bach, volto di Nadine, attrice proveniente dal porno che morirà suicida nel 2005 e che, come la protagonista del film, aveva subito violenze sessuali dal branco, mentre sognava comprensione e musica. Ma spesso, come le protagoniste di Scopami, i vortici in cui ci lasciamo cadere sono più forti di quanto possiamo immaginare, talmente imbattibili che riemergere diventa impossibile, sin dal primo momento. E forse lo sappiamo e ci lasciamo andare.