AVENGERS: AGE OF ULTRON – Joss Whedon
In Avengers: Age of Ultron la Marvel Studios porta avanti la saga che vede riuniti tutti, o quantomeno i più importanti, supereroi dell’universo fumettistico creato da Stan Lee, introducendo elementi che fanno pensare ad un cedimento del suolo su cui poggia il gruppo sorto in alternativa allo S.H.I.E.L.D. di Nick Fury.
Il film si apre con i Vendicatori impegnati nella ricerca del bastone di Loki, arma leggendaria che Thor vuole recuperare per impedire a mani cattive di utilizzarla contro il pianeta Terra, mentre Tony Stark vuole servirsene come oggetto di studio per realizzare l’arma definitiva per la difesa della razza umana: Ultron. Questa piccola crepa aumenta di spessore nel tempo e contrappone Tony e il professor Banner (Hulk) al resto del gruppo degli Avengers, che non vede di buon occhio che una macchina si sostituisca al lavoro dell’uomo.
Nel medesimo laboratorio dove è custodita l’arma segreta vi sono due mutanti, i fratelli Quicksilver (Aaron Johnson) e Scarlet (Elizabeth Olsen), il primo ha il potere della supervelocità, la seconda riesce a leggere i pensieri della persona che ha vicino, potendole riportare alla luce le paure più remote. Ultron non è altro che il frutto della paura di Tony Stark, il timore di non essere capace di salvare i suoi amici e, quindi, il resto del mondo dalle minacce incombenti. In questo senso Ultron assorbe valore aggiunto rispetto al classico stereotipo del cattivo a tutto tondo; egli è un cattivo più umano, la sua cattiveria deriva dalla frustrazione, dall’inadeguatezza o, se vogliamo, dall’essere imperfetto. A contrapporsi ad esso c’è Visione la creatura perfetta in completo equilibrio con il creato e, come dice egli stesso, “Ordine e caos non si combattono tra loro“. Le due creature sono semplicemente complementari.
Il lavoro di Joss Wedon, per la seconda e ultima volta al timone degli Avengers, prova ad essere più raffinato pur arricchendo il film di scene d’azione. Tuttavia qualche ingranaggio sembra non funzionare. si ha la sensazione che tutto questo dispiegamento di forze non basti per tenere salda l’attenzione del pubblico.
I lunghi combattimenti pirotecnici alla fine stancano, non lasciando molta carne sul fuoco al momento di tirare le somme. Forse perché la Marvel sta scaldando i motori per il capitolo finale (diviso in due parti). Non amando particolarmente i film costruiti già con l’intento di essere inseriti all’interno di una serie, non è difficile percepire Avengers: Age of Ultron come transitorio tra un capitolo e l’altro; comunque un buon film fatto di contenuti che rischiano di perdersi tra mondi infranti, città sollevate a chilometri da terra e combattimenti da capogiro. Consigliata la visione in 3D.
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