AUGUST UNDERGROUND’S MORDUM – Fred Vogel
Peter è un serial killer spietato, Crusty, la sua donna, è amante del sadomaso, Maggot, fratello di lei, è dedito al paradigma del sesso sempre, con chiunque e ovunque. Tutti e tre sono esibizionisti e adorano riprendere le mattanze in cui si scagliano con fervore.
Seguito del violentissimo August Underground, il film prodotto dalla Toetag Pictures si muove sugli stessi passi del precedente, per cui forte amatorialità di fondo (immagini sgranate, fotografia inesistente, cast impreparato, praticamente nessun montaggio studiato e così via) che ne diviene maggior pregio e, al contempo, maggior difetto. La violenza dilaga in ogni singolo frame, spazzando via ogni forma di plot e concentrandosi sulla crudeltà delle scene che spaziano dallo stupro allo sgozzamento, con dovizia di particolari aberranti la cui visione non può che provocare profondo disgusto o purissimo piacere.
Una brutalità fine a se stessa che può trovare dimora solo nell’animo degli amanti di un certo tipo di filmografia o di un certo tipo di pratiche sessuali, con tutti i limiti del caso che dovrebbero essere dettati dal confine della vita. Fred Vogel si accosta ad un fake-snuff movie sogghignando allegramente, mentre la telecamera di un segaiolo traballa durante il martirio.