AUGUST UNDERGROUND – Fred Vogel
Partiamo da Cannibal Holocaust, trasportiamolo nella giungla urbana degli headbangers e dei tattoo makers, diamogli un piglio amatoriale alla The Blair Witch Project, inseriamo dentro un pizzico di sadismo stile Henry: Portrait of a Serial Killer e condiamolo di torture brutali sulla falsariga diThe Texas Chainsaw Massacre, misceliamo il tutto senza una vera e propria scrittura, annulliamo l’idea stessa di cinema orientandoci verso il simil snuff reality e otterremo questa creatura dell’infame Fred Vogel insieme al suo degno compare Allen Peters che per tutto il tempo ridacchia in modo osceno dietro la telecamera.
Un film di poco più di un’ora per illustrarci la giornata tipo di due laidi serial killer che passeggiano in auto raccogliendo ragazze discinte, per poi massacrarle di botte. Il tentativo di August Underground è quello di schockare senza mezzi termini, rivelando cose che di solito la telecamera non fa vedere. Assistiamo a torture in cantina ai danni di una malcapitata ragazza (AnnMarie Reveruzzi) a cui viene tagliato e spalmato di merda un capezzolo, a prostitute sodomizzate e prese a martellate, a frequentatori di un supermarket a cui il protagonista (quel laido ciccione dello stesso regista) fa annusare reciprocamente il culo.
Il tutto girato come un filmino delle vacanze, con inquadrature sfocate e tremolanti, fuori campo e sballottamenti di un obiettivo alla costante ricerca del vero più vero. Peccato che i cazzotti che il ciccione tira ai suoi prigionieri siano visibilmente finti, così come pure le martellate. Il tentativo di fare uno snuff movie perde la sua consistenza man mano che la noia sale e gli occhi dello spettatore, disintegrati dalle visioni distorte ed ipersature della pellicola (pelllicola? Non direi visto che è girato in minidv) cedono dopo poco alla ricerca di visioni più stabili e tranquille. Se il cinema rappresenta una via di fuga dalla realtà, quello di Vogel rappresenta la realtà da cui si vuole fuggire a tutti i costi, magari spegnendo il video e dedicandosi a cose più tranquillizzanti.
Pare che il seguito August Underground’s Mordum superi pure il capostipite in quanto a nefandezze e disgusto. Nel 2007 Vogel concluderà l’infame trilogia con August Underground’s Penance, più curato nei dettagli, meno rozzo ma decisamente meno incisivo.