AFTERVILLE – Fabio Guaglione, Fabio Resinaro
Torino oggi. Enormi astronavi si incagliano tra l’asfalto, stravolgono la città e le vite delle anime che la abitano. L’esercito si muove come una scheggia impazzita e impaurita senza essere in grado di fermare il sudore che cola lungo il collo. Il clamore si interrompe quando un ufologo, dopo aver decodificato il linguaggio alieno, divulga il significato del radiosegnale emesso dalle astronavi: si tratta di un countdown verso l’ora zero … e il silenzio diviene assordante.
Torino 2058. È giunto il giorno della fine. L’architettura è stravolta dal progresso, enormi grattacieli sono diventate dimora di persone che fremono in attesa di esser portati via. Gli ufo stanno per tornare, l’evento ha ormai decostituito quello che poteva essere definito come quotidianità. L’unico a sembrarne immune è Sam. Si sveglia come se non si trattasse di una giornata speciale, ripete le azioni di routine osservando l’esterno con sguardo distaccato. Sam è convinto che non accadrà nulla, si trova solo a vagare nel caos con il solo pensiero di trovare la sua donna.
AFTERVILLE si presenta come uno dei primi sci-fi film in digitale prodotto in Italia, realizzato da due coraggiosi cineasti, Guaglione e Resinaro. Volutamente lento e delicato, nonostante il genere spesso implichi una certa dose di action, emozionante nonostante il grigio hi-tech e attuale grazie alla panoramica mediatica che dipinge il mondo in preda al panico.
In AFTERVILLE convergono richiami da altri film di genere, sia per l’utilizzo della computer grafica e per l’atmosfera da imminente catastrofe (Indipendence Day, Aeon Flux, Matrix) sia per il clima di lancinante attesa che sembra avviluppare i volti che si muovono sullo schermo (Ultimatum alla terra, Blade Runner). Le musiche diventano vera e propria colonna portante delle scene, sostenendo adeguatamente il dramma e culminando con le sonorità dei Subsonica. Gli attori risultano convincenti, soprattutto il protagonista (Roberto Laureri), oltretutto il cammeo dello scrittore Bruce Sterling dona un certo pizzico di ironia.
Al di là della storia piuttosto incolore, con il non originale tentativo di osservare le varie reazioni di fronte a una morte imminente in primo piano, la pellicola brilla per altri motivi. Panoramiche mozzafiato, effetti digitali di grande impatto, alta qualità tecnica sia a livello di regia che di montaggio e più di trenta comparse, ma soprattutto sensazione di sospensione profusa sin dai primi minuti. La camminata di Sam tra la folla esultante è fatta sia dal protagonista sia dallo spettatore.
Torino è rappresentata come una città del futuro, i grattacieli di Piano e Fuksas svettano in centro, le astronavi fanno ormai parte del fulcro architettonico; Torino è la reale protagonista del film. I registi indugiano sulla spettacolarità del progresso di una città in trasformazione verso il futuro, immaginazione e capacità progettuali si fondono cambiando lo skyline della città e dando vita a quello che potrebbe davvero diventare realtà. AFTERVILLE è stato presentato in appendice al XIII congresso mondiale degli architetti, commissionato dall’ordine degli architetti e promosso dalla Film Commissione Piemonte.