ACCERCHIATO – Robert Harmon
Sam Gillen (Jean Claude Van Damme) si trova su una navetta di trasferimento verso il carcere, un percorso sbarrato da Billy che ferma il convoglio per liberare Sam, rimanendo ucciso. Sam riesce a fuggire e trova rifugio in un casolare che ospita la vedova Clydie Anderson (Rosanna Arquette), madre di due bambini.
Il fuggiasco inizia a farsi voler bene dalla famiglia, conquistandone la fiducia nel momento stesso in cui si erge a protettore della stessa contro le mira di Franklin (Ted Levine), speculatore edilizio agguerrito, bramoso di appropriarsi del terreno di Clydie.
Primi anni novanta, decade in cui Jean Claude Van Damme inizia a sentire il peso dell’età e tenta di proiettarsi in un futuro non così prossimo da spingerlo a vestire panni diversi dal solito. Accerchiato, tuttavia, non si può chiamare esperimento riuscito, a causa di una banalità nell’evoluzione dei personaggi e del loro rapporto alle volte imbarazzante, oltretutto non supportato da una recitazione egregia né di Van Damme né di Rosanna Arquette.
Lo script Joe Eszterhas, autore di Basic Instinct, non si piega al carattere dell’attore belga né tenta strade inesplorate, spegnendosi immediatamente in una monotonia che non trova mai sbocco. Anche il talentuoso Robert Harmon (che tutt’altra fortuna ebbe con il classico The hitcher) non riesce a convincere, nemmeno nei momenti puramente action, tratteggiando un film destinato a cadere rapidamente nel dimenticatoio.