ABSENTIA – Mike Flanagan
Absentia inizia e finisce con la parola “missing”; persone di qualsiasi età e ceto sociale scompaiono ogni giorno in tutti i paesi del pianeta, con o senza apparente motivo, senza lasciare traccia e senza più ritornare indietro. E poi sopraggiunge la “morte in absentia”, ovvero la dichiarazione di morte che sopraggiunge dopo che sono passati 7 anni dalla scomparsa della persona.
Diretto dal giovane talentuoso e indipendente Mike Flanagan, nato a Salem, con alle spalle diversi film da lui scritti (come in questo caso) e autoprodotti, di cui si parla un gran bene, Absentia non mostra mai chiaramente la creatura che rapisce e trascina nel tunnel (chiave del film) le sue anime/vittime, ma solo le sue sembianze e il suo interagire, che ci suggeriscono una somiglianza con gli insetti. Un tunnel oscuro da cui si intravede l’uscita illuminata dal sole ma che, in realtà, non è davvero la via di fuga, ma una dimensione silenziosa al di là del tempo, in cui chi ne è stato risucchiato, volontariamente o involontariamente, viene “dimenticato”.
Sfruttando il riposo della creatura che li ha strappati dalla realtà, coloro che riescono a ritornare dal limbo, rimangono esterrefatti se qualcuno riesce a notarli, e desiderano far avere ai loro cari un oggetto che li possa ricordare. Un piccolo monile per non farsi dimenticare dai vivi. Proprio questi ricordi, però, si riveleranno una trappola vera e propria.
Absentia si avvale di un’incisiva la colonna sonora, desolante e spiazzante, che sembra tenere ancor più sospese le protagoniste e le loro tragiche, di una fotografia con molto contrasto ma delicata, sottotraccia, che indugia sui volti sofferti. Cupa ed affascinante, la pellicola di Flanagan emana un profondo vuoto, sprizza realismo, nonostante le tematiche soprannaturali. Interessante l’approfondimento antropologico che esalta come l’uomo, quando non riesce a trovare una spiegazione ad eventi misteriosi, si appella all’irrazionale, attingendo da leggende e folklore.
Absentia è una pellicola molto coraggiosa e sensibile che cerca di dare una diversa luce ai tantissimi casi di scomparse misteriose, concludendosi in modo sconfortante, toccante, tristemente attuale. La verità è una sola e chi non viene creduto è addirittura additato come bugiardo, chi “vede” viene preso per un drogato o in preda ad allucinazioni tattili (come le sorelle nel film). Solo quando perdi qualcuno sei in grado di vedere più a fondo … nel tunnel.