A PROPOSITO DI DAVIS – Joel Coen, Ethan Coen
Un divano rosso, un altro verde, qualcuno molto scomodo altri confortevoli; stoffe pesanti, alcune logore e ricolme dell’odore del fumo che aleggia come un sospiro lungo le pareti. Nessun luogo da chiamare casa, tanti luoghi come contenitori di un divano, per cui tante dimore dove poggiarsi, tentare di dimenticare il passato, cancellare il presente e sperare nel futuro.
Il folk riecheggia tra i tavoli dei locali di una New York ferma in un clima invernale, cosparsa di aspiranti musicisti. I primi anni sessanta, periodo di assestamento in cui un genere musicale sta per esplodere, anni in cui Llewyn Davis tenta di non seguire la strada tracciata dal padre, rifugiandosi nella musica.
Joel & Ethan Coen non riescono a stare troppo lontani da personaggi malinconici e dalla forte propensione autodistruttiva, Llewyn non è altro che un fratello (di disgrazie) di Larry Gopnik (Michael Stuhlbarg, A serious man) o Ed Crane (Billy Bob Thornton, L’uomo che non c’era), impigliato nei rami di una città che lo avviluppa fino a soffocarlo, di un clima gelido che ne bagna i calzini e gela il cuore. Llewyn è un loser che si è costruito una patina di sfortuna con le proprie mani, ignorando timidi segnali di uscita e preferendo proseguire con la propria cocciutaggine a farla da padrona.
La fuga dalla figura paterna, un ex marinaio immobilizzato in una casa di riposo, diviene monito da seguire per puntare ad una vita diversa del lavoro finalizzato a se stesso, fosse solo per spezzare il mantra che vede un figlio ripercorrere le orme del proprio genitore. Basato sulla biografia del cantante Dave Van Ronk, A proposito di Davis raccoglie l’amarezza di una vita sprecata, ricca di illusioni spezzate, tramite la voce stessa di Davis che, di fronte al produttore Bud Grossman (F. Murray Abraham), canta la sua ballata su un palco deserto e in penombra.