BUIO OMEGA – Joe D’Amato
Torniamo a parlare del buon Aristide Massacesi, alias Joe D’Amato, eroe indiscusso del porno gore a cavallo degli anni ’70/80 con quello che è unanimamente considerato uno dei suoi più deliranti capolavori.
Buio Omega è una storia d’amore e di necrofilia, condita da accenni di cannibalismo e di sadica perversione dove Francesco (Kieran Canter), giovine ereditiero che non ha problemi a rimorchiare belle ragazze, vive il suo profondo amore per Anna (Cinzia Monreale) a cui ha giurato amore eterno. Tutto normale non fosse che Anna è morta e imbalsamata dallo stesso protagonista che ne venera le pallide spoglie, immolando vittime su vittime con la complicità della tata Iris (Franca Stoppi), aspirante moglie del biondo killer e incaricata nell’occultazione dei corpi.
La storia procede spedita tra uno smembramento e l’altro, fino al tragico finale in cui la comparsa della sorella gemella di Anna provoca in Francesco una follia omicida che scatena la sanguinosa conclusione delle sue gesta. C’è grande attenzione al dettaglio morboso, in particolare nell’ultragore dell’autopsia di Anna (scene durante le quali il regista non lesina budella e interiora sanguinolente), oltre a qualche nudo cadaverico. Il tutto per completare una delle opere più disturbanti e immorali di un regista artigiano che non si perde in divagazioni psicologiche né in falsi moralismi: per Joe D’Amato il cinema è soprattutto visione, carne e sangue, sesso e morte in uno spaccato di fine anni ’70 dove i costumi e la libertinità vengono talmente accentuati da rasentare il grottesco e dove il piacere e la perversione vengono soddisfatti solo attraverso il macabro rituale del sadismo omicida.
Acidi che sciolgono corpi, forni che bruciano cadaveri all’interno di una villa nobiliare sono chiaro simbolo di una borghesia annoiata che trova sfogo solo attraverso il dolore e la crudeltà dei suoi protagonisti. Ci manchi Aristide!
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